Quei tagli alla spesa sociale che in Germania spingono l'estrema destra nei sondaggi

Il governo di Scholz cerca di far quadrare i conti: riduce la spesa pubblica ma aumenta quella militare, spingendo così gli elettori verso l'estrema destra

Quei tagli alla spesa sociale che in Germania spingono l'estrema destra nei sondaggi
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In Germania le politiche interne sono in crisi, in particolare quelle sociali sono al centro delle critiche nel Paese teutonico. I partiti si stanno affannando per riuscire a isolare l'estrema destra di Afd, che però continua a guadagnare consensi grazie al cosiddetto voto di protesta, che scaturisce proprio dall'insoddisfazione delle politiche sociali ed economiche. Il ceto medio tedesco, che rappresenta la maggioranza della popolazione, è insoddisfatto e i nuovi provvedimenti del ministro delle finanze non fanno che acuire questa percezione: più tasse, taglio agli aiuti alle famiglie e taglio alle spese di tutti i ministeri, eccezion fatta per quello della Difesa, per non finire in rosso.

L'istituto di ricerca economica di Berlino indica che il 63% dei tedeschi appartiene effettivamente alla classe media ma questa percentuale viene erosa di anno in anno. Nel 2007 erano il 65% dei tedeschi quelli in fascia media e questi 2 punti percentuali che sono andati persi negli ultimi 15 anni solo apparentemente non destano preoccupazione, perché l'effetto di questa erosione è amplificato nell'opinione pubblica. Chi rientra nel ceto medio? Coloro che guadagnano, al lordo, tra i 17.475 e i 46.600euro se sono sono single e tra i 36.698 e 97.580euro se si tratta di una coppia con due figli. Questo dice la statistica, ossia chi ha un guadagno compreso tra il 75 e il 200% in più del reddito medio.

Questa porzione di popolazione paga circa il 50% di tasse e per questa ragione aumentare le ore lavorate non ha comunque incidenza nell'incremento del reddito netto. E tra i due limiti minimo e massimo esiste una differenza abissale anche in merito ai contributi e alla mutua, che incidono per il 25% su un guadagno lordo di 20mila euro ma per il 40% per un reddito lordo di 40mila euro. Il ceto medio in Germania sta mandando in crisi sia i socialisti che i cristianodemocratici, che hanno perso il loro riferimento elettorale. Infatti, al giorno d'oggi non si può più parlare di proletariato per i lavoratori delle fabbriche, perché gli operai che guadagnano una cifra bassa sono rimasti in pochi. Un operaio di una grande azienda automobilistica tedesca può arrivare a guadagnare anche 5mila euro, cifra che lo inserisce nel ceto medio, e ha desideri e bisogni precisi: casa indipendente propria, vacanze al mare in Europa un paio di volte all'anno, auto a benzina. Non considera tutto questo come un lusso ma come un diritto acquisito a fronte del lavoro effettuato e non ci vuole rinunciare. Ma se il governo continua su questa strada, la capacità di spesa di questa fascia di popolazione verrà ulteriormente erosa.

"Il ceto medio si sente tartassato, non si può aumentare ancora la pressione fiscale, e i tagli decisi dal governo riducono la possibilità di spesa", ha ammesso Florian Dorn, ricercatore dell’Ifo, a Italia Oggi. Il taglio agli assegni familiari di 500milioni di euro previsto dal governo sta indispettendo non poco la base elettorale, così come l'introduzione di un ticket ospedaliero per le non urgenze. Gli ospedali in Germania, soprattutto quelli pediatrici, sono in crisi: mancano infermieri e medici. Ma il personale manca anche negli asili e nelle Rsa. Per aggiungere ulteriore aggravio sulle spalle della popolazione, il governo di Scholz ha deciso di aumentare da a 30 a 40 euro la tassa imposta alle industrie per tonnellata di CO2 prodotto: questo porterà a un aumento di 4 centesimi al litro per la benzina. In più si tagliano i fondi per i volontari, che ora ricevono un contributo di 400 euro.

Senza considerare che la crisi energetica ha già aumentato del 50% le spese condominiali e che l'aumento dei tassi della Bce ha aumentato le rate dei mutui e che il governo ha ridotto il contributo pubblico per mutue e pensioni. Ciò significa che le aziende dovranno aumentare la spesa per ogni singolo dipendente e non è detto che tutte siano in grado di farlo.

Si rischia in questo modo un aumento della disoccupazione e la riduzione dei salari. Davanti a tutto questo, che viene percepito come una vessazione, gli elettori sono pronti a usare il voto di protesta e anche quelli di sinistra si dicono tentati dal dare il proprio voto all'Afd.

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