Giulio Marini, dopo essere stato eletto due settimane fa deputato alla Camera per il Pdl nel collegio Lazio 2, è da lunedì nuovo sindaco del Comune di Viterbo. Una sfida importante, risolta a suo favore con netto scarto di voti. Marini in realtà aveva già praticamente vinto al primo turno, conquistando il 49,14 per cento dei voti. Poi al ballottaggio ha stracciato il suo avversario, Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, volando al 62,03 mentre il candidato del Pd si è fermato a 37,97.
Marini, a che si deve questa netta vittoria in un comune importante come Viterbo?
«Allappoggio e allaffetto dei miei concittadini. Ho dimostrato che la politica sul territorio è più importante di quella fatta dalle segreterie centrali dei partiti».
Eppure Sposetti, nativo di Macerata ma viterbese dadozione, era appoggiato da DAlema, non era avversario da poco...
«Il mio curriculum parla chiaro. Politicamente nasco nel 1995, con lelezione al consiglio comunale. Per cinque anni siedo al Comune di Viterbo, gli ultimi due da assessore, finché il mio partito, Forza Italia, mi candida alle Provinciali. Da presidente uscente mi ricandido e vinco. Due anni e mezzo più tardi per un ribaltone cado, ma dopo due mesi vengo rieletto presidente della Provincia. Nel 2006 vengo eletto al Senato, oggi sono deputato del Pdl alla Camera. Tutto è avvenuto in base a una selezione della classe dirigente fatta dal basso, dalla popolazione. Sono 13 anni che faccio campagne elettorali esponendo la faccia e il mio impegno» al giudizio degli elettori».
Il primo impegno da sindaco?
«Viterbo è un Comune dagli angoli molto pittoreschi, ma occorre pensare alle generazioni del futuro. Cercare di dare lavoro ai giovani e assicurare sviluppo alla città sarà il mio primo impegno».
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