Non cè niente da fare. Quando è appassionante, combattuta, viva, la politica sa essere meglio di una partita di calcio. Anche meno truccata.
E quindi, in certi momenti, andrebbe vissuta proprio come Tutto il calcio minuto per minuto. Lo spoglio delle schede la notte del 10 aprile, lelezione di Franco Marini alla presidenza del Senato, le fumate nere che hanno anticipato la «fumata rossa» (il copyright è di un nostro gentilissimo lettore che ci ha scritto in settimana) di Giorgio Napolitano al Quirinale sono alcuni di questi momenti.
E allora, in attesa del giuramento di domani, dellinsediamento del Prodi bis e del dibattito sulla fiducia, forse è il caso di fare il punto della prima parte del campionato politico via etere. Con una premessa: in assoluto, il programma che ha funzionato meglio in tv è stato Liberitutti, con Irene Pivetti che parla di politica che funziona straordinariamente bene e straordinariamente meglio di Irene Pivetti che faceva politica. Irene è riuscita a trasformare i voti in un thrilling, riuscendo a dare ritmo e cuore alla sua trasmissione. Chapeau. Quasi, si direbbe che il ritmo televisivo dellex presidente della Camera è radiofonico. Del resto, non è un caso che Irene abbia cominciato a lavorare proprio a «Radio A», lemittente diocesana della Curia di Milano.
Complimento più bello non avremmo potuto fare a Irene Pivetti, anche per il contesto di questi giorni. Nei quali la televisione, spesso, ha latitato. Soprattutto, a nostro parere, ha sbagliato privilegiando i commenti rispetto alla vera e propria diretta dallaula.
È andata meglio, invece, in radio. Dove le erre arrotate di Oscar Luigi Scalfaro al Senato, quelle blese di Fausto Bertinotti durante la seduta comune per lelezione del presidente della Repubblica, e laccento da anni di Piombino di Fabio Mussi quando si votava per il presidente della Camera, hanno lasciato un segno positivo.
Certo, non siamo alla perfezione. Anzi, anche il meccanismo radiofonico, stavolta, ha mostrato qualche smagliatura. Promosso praticamente a pieni voti il Gr Parlamento, Radiouno si è trovata invece di fronte a un black-out che ha fatto saltare mezzora di una diretta e a palinsesti che probabilmente avrebbero meritato più spazio per la diretta presidenziale. Questione su cui il comitato di redazione ha sollevato una dura polemica.
Ha lavorato bene anche Radio radicale, ma come al solito il giochino di essere contemporaneamente emittente organo di partito e emittente istituzionale - nonostante tutte le siglette al posto giusto rendano la cosa assolutamente lecita dal punto di vista giuridico - mostra un po la corda.
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