Controcultura

In politica vale tutto. Anche prostituire la moglie

Il presidente ha un problema. La soluzione è compromettere l'avversario. Col sesso

In politica vale tutto. Anche prostituire la moglie

Pubblichiamo un estratto del romanzo "Savrola" di Winston Churchill

«Questa è fatta, ma ce ne aspettano molte altre» disse il presidente al suo segretario non appena i membri della delegazione furono usciti. «Savrola sarà certamente eletto alla divisione centrale, e allora avremo il piacere di sentirlo parlare in Senato»

«A meno che nel frattempo non succeda qualcosa di imprevisto» disse Miguel.

Il presidente, che conosceva bene il suo collaboratore colse subito il sottinteso. «No, Miguel. Cinquant'anni fa sarebbe stato possibile, ma oggi la gente non lo tollererebbe Anche l'esercito farebbe le sue rimostranze. Fintanto che rimane nella legalità non possiamo toccarlo senza infrangere la Costituzione».

«Ci sono altri mezzi, oltre alla forza - la forza fisica, intendo».

«Nessuno che mi venga in mente».

«Anche Sansone era forte. Eppure i Filistei lo uccisero lo stesso».

«Grazie a una donna. Ma non credo che Savrola sia mai stato innamorato».

«Non è detto che in futuro non possa accadere».

«Ci vuole una Dalila» disse seccamente il presidente. «Forse potete riuscire a trovargliene una».

Gli occhi del segretario percorsero la stanza in lungo e in largo; poi si fermarono davanti a una fotografia di Lucile.

«Canaglia! Come osate? Non avete un briciolo di morale?».

«È molto tempo che lavoro per lei, generale». Chiamarlo «generale» era un modo per ricordargli i vari piccoli incidenti superati insieme durante la guerra. «Forse è per questo che non ne ho più».

«Sì, insomma, come vi pare. Che idea avete in mente?».

«Se Savrola si compromettesse...».

«Ma lei non acconsentirà mai; verrebbe compromessa anche lei». «Non è necessario che lei lo sappia. Le si potrebbe suggerire un'altra ragione per conoscerlo meglio. Per lei sarebbe una sorpresa»

«Siete una maledetta canaglia» disse il presidente in tono bonario.

Miguel sorrise come se gli fosse stato fatto un complimento. «L'affare è troppo delicato perché possa ricadere sotto le normali leggi del pudore e dell'onore. A mali estremi, estremi rimedi».

«Non me lo perdonerà mai».

«Sarete voi a perdonare lei. Grazie alla vostra bontà perdonerete un delitto mai commesso. Dovrete solo recitare la parte del marito geloso, e in seguito riconoscere il vostro errore».

«E lui?».

«Immaginate il grande capopopolo, il patriota, il democratico, scoperto a fare il cascamorto con la moglie del tiranno. Lo scandalo sarà sufficiente a disgustare la gente.

Poi immaginatelo mentre implora pietà, mentre striscia ai piedi del presidente! Che scena magnifica! Sarebbe la sua rovina: il ridicolo lo ucciderebbe».

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