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Il 25 Aprile è sacro, i suoi sacerdoti no

Grande scandalo ai piani alti della sinistra italiana malgrado l'eccesso di tramezzi che separano tutti da tutti gli altri

Il 25 Aprile è sacro, i suoi sacerdoti no

Grande scandalo ai piani alti della sinistra italiana malgrado l'eccesso di tramezzi che separano tutti da tutti gli altri. Il senatore, nonché presidente del Senato, Ignazio La Russa ha detto in un'intervista alla Stampa che lui non sfilerà in corteo il 25 Aprile, giorno della Liberazione dall'occupazione tedesca. E sostiene che quella celebrazione è diventata una festa di parte ed è monopolizzata dalla sinistra ex comunista. Ma lo scandalo non è quello di un uomo fedele alle proprie idee, ma il fatto che la data del 25 Aprile sia stata scippata dalla deriva del partito comunista, facendone una festa di partito dimenticando di proposito che l'Italia fu liberata prima di tutto da migliaia americani, inglesi, marocchini dell'esercito francese, polacchi, i generosi eroi della Brigata Ebraica e naturalmente anche da tutti i partigiani che realmente combatterono e prima di tutto gli alpini della Julia, che cantavano «Pietà l'è morta». E tutti i soldati e i ragazzi che a Roma presero le armi contro l'invasore tedesco che, in violazione di ogni legge, catturò la patria, costretta a combattere una guerra miserevolmente persa per colpa di un dittatore e di una dittatura che giocarono alla roulette tragica della storia.

Negli Stati Uniti d'America si sono sempre celebrati i combattenti di entrambi gli eserciti che si scannarono nella più sanguinosa guerra civile della storia con oltre 600mila morti e nessuno ha mai obiettato sull'onorabilità di quei caduti. Tutto ciò detto, la sinistra farebbe bene a chiedersi come mai i suoi politici e i suoi storici non abbiano fatto altro fin dall'inizio della Repubblica che distruggere l'immagine e spesso anche le vite di coloro che combatterono contro i tedeschi ma che erano anticomunisti come i diciassette partigiani della Malga Porzus trucidati dai commilitoni comunisti. Basta guardare ogni anno con quanto disprezzo siano accolte dalla sinistra le bandiere dei partigiani combattenti della Brigata Ebraica, dal momento che a sinistra è obbligatorio odiare gli ebrei con la scusa di odiare Israele. Ed è quella stessa sinistra che ha gioito per la persecuzione giudiziaria di Edgardo Sogno, medaglia d'oro al valor militare della Resistenza per il fatto che «Eddy» progettò di organizzare una resistenza armata nel caso in cui i comunisti avessero preso il potere. Inoltre è un dato di fatto che quella stessa sinistra osservi il più impenetrabile silenzio sui due anni di infamia durante i quali comunisti e nazisti combatterono insieme la stessa guerra invadendo la stessa Polonia.

Avendo trasformato il 25 Aprile in una specie di Halloween dell'odio non soltanto nei confronti dei nazifascisti ma anche contro i «socialfascisti», i socialdemocratici ed eroi dell'antifascismo come il repubblicano Randolfo Pacciardi, non si vede con quale legittimazione storica e politica si straccino le vesti.

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