Accoltellato e fatto a pezzi. Arrestati la moglie e i figli

La donna aveva denunciato la scomparsa del marito. Il corpo gettato in un dirupo. Incastrati da un video

Accoltellato e fatto a pezzi. Arrestati la moglie e i figli

Quando aveva denunciato la scomparsa del marito, 18 giorni fa, il suo racconto non aveva convinto i carabinieri. Tanto che gli inquirenti avevano disposto il sequestro delle telecamere di sorveglianza della casa dell'uomo, Ciro Palmieri, il panettiere di Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno. Ma nessuno si sarebbe mai immaginato le scene «agghiaccianti e cruente» che sarebbero emerse dai filmati.

Una sequenza dell'orrore che non ha lasciato scampo alla donna, Monica Milite, fermata ieri insieme a due suoi figli, uno dei quali appena quindicenne, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere. Le riprese del 29 e del 30 luglio mostrano i tre aggredire più volte l'uomo con diversi coltelli, accanirsi su di lui anche quando giaceva inerme a terra, per poi amputargli una gamba e infilarla in un sacchetto di plastica. Il tutto sotto lo sguardo «sbigottito e attonito» di un altro figlio di 11 anni.

Era il 30 luglio quando la moglie di Palmieri si era presentata alla stazione dei carabinieri di Giffoni per denunciare la scomparsa del marito. La sua ricostruzione dei fatti, però, aveva fin da subito insospettito i militari, che avviando le indagini hanno voluto verificare se l'impianto di videosorveglianza, servito da diverse telecamere interne, avesse immortalato qualcosa che potesse essere utile alla ricostruzione dei fatti. Nonostante in un primo momento le riprese del 29 e 30 luglio risultassero già sovrascritte, è stato nominato un consulente tecnico per il tentativo di recupero delle immagini che hanno mostrato la fine terribile del panettiere.

Si vede chiaramente che tutto comincia con una lite in famiglia, prima che la donna e i figli comincino ad accanirsi su Palmieri con diversi coltelli, prima per ucciderlo, poi per fare a pezzi il cadavere in modo da potersene sbarazzare più facilmente. Sono stati loro, dopo il fermo, ad indicare agli investigatori il luogo dove avevano gettato il corpo del panettiere: un dirupo impervio delle vicine montagne di Giffoni, dove infatti è stato individuato dopo brevi ricerche e recuperato dai vigili del fuoco e dal soccorso alpino. I magistrati della Procura di Salerno e della Procura dei minorenni, Luigi Cannavale e Patrizia Imperato, hanno descritto in una nota congiunta le fasi del delitto, parlando di una «vis omicida che non cessava neanche dopo il decesso di Palmieri, poiché le immagini hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba dell'uomo, poi infilato in un sacco di plastica per l'occultamento».

La notizia dei fermi e le modalità del delitto hanno sconvolto la cittadina. «Questa è una di quelle giornate che un'intera comunità non vorrebbe vivere mai.

C'è tanto sgomento per un dramma, uno choc per una città dai principi sani, dai valori forti e puri come i nostri. La notizia mi ha lasciato un grande dolore», ha scritto su Facebook il sindaco di Giffoni, Antonio Giuliano.

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