Accordo sulla giustizia civile ma il vero scontro è rinviato

Via libera della maggioranza a cause più veloci e allo snellimento degli arretrati Per evitare altre divisioni accantonati i temi del processo penale e delle intercettazioni

Accordo sulla giustizia civile ma il vero scontro è rinviato

Fumata bianca dalle finestre di via Arenula. Il primo incontro dei partiti di maggioranza sul tema della riforma della giustizia si chiude con un bilancio positivo. Rispettate quindi le previsioni della vigilia. D'altronde, nell'ufficio che fu di Palmiro Togliatti e oggi è presidiato da Andrea Orlando si dovevano affrontare le riforme riguardanti soprattutto la giustizia civile che lo stesso premier ha definito su Twitter «che civile non è». I temi divisivi sono ben altri: intercettazioni, svuota-carceri, prescrizione: insomma la sfera del penale.

Nell'ufficio di via Arenula ieri i partiti hanno invece voluto verificare le convergenze di opinioni su temi quali l'accelerazione del processo civile, della magistratura onoraria, del dimezzamento dell'arretrato dei processi, del diritto di famiglia e delle imprese. Al termine dell'incontro si è poi saputo che slitta ancora la decisione su ciò che concerne il Csm. «Abbiamo deciso di comune accordo che bisogna aspettare l'elezione dei membri ancora mancanti» spiega Alessia Morani, responsabile giustizia per il Pd. Soddisfazione, insomma, è il sentimento comune tra i partecipanti alla riunione. Anche il più teso alla vigilia, il viceministro Enrico Costa (Ncd) ha sospirato contento: «Siamo soddisfatti». Sarà lui infatti a dover difendere la riforma in Aula e quindi i punti qualificanti della riforma devono - per sua stessa ammissione - avere il pieno consenso del Nuovo centrodestra. Che per ora aspetta di vedere cosa accadrà per i punti dolenti (prescrizione, intercettazioni e separazione delle carriere delle toghe).

Al di là delle più rosee aspettative, invece, l'accordo sulla responsabilità civile dei magistrati sul quale ieri si è ottenuto un primo abbozzo di massima. «È emersa la comune volontà - spiega Alessandro Pagano (Ncd), membro della Commissione giustizia di Montecitorio - di non accanirsi contro i magistrati o limitarne l'autonomia e l'indipendenza, ma d'altra parte è emerso l'interesse a tutelare i diritti dei cittadini, da troppi anni ormai calpestati». La soluzione, come spiega Walter Verini capogruppo Pd in Commissione giustizia, è un sistema «misto e indiretto» per risarcire le vittime di errori giudiziari senza «ledere l'indipendenza della magistratura». Insomma la prima parte della «bozza Orlando», ha superato la prova della maggioranza.

E oggi si replica: stessa cornice (l'ufficio di via Arenula) con i rappresentanti delle opposizioni (a eccezione dei Cinque Stelle che hanno annunciato il loro forfait) per verificare eventuali convergenze. Sullo snellimento della giustizia civile è prevista l'approvazione di Forza Italia. Ma è sul resto del pacchetto che si dovranno annullare le distanze all'interno della maggioranza in vista della prossima scandenza. Nell'agenda di Palazzo Chigi, infatti, è prevista il 29 agosto la ratifica ufficiale della riforma. «Il metodo del ministro Orlando - conclude Pagano - è stato fin qui all'altezza della situazione. Ma occorre dar seguito concretamente con i fatti». «Per quanto riguarda il Csm - aggiunge - è chiaro che il vero nodo, è la modifica del sistema elettorale che ha consentito la formazione di correnti. Eliminarle è la missione che ci siamo dati e su questo tema ci confronteremo».

Sulla necessità di passare dalle parole ai fatti concorda anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Intervistato da SkyTg24 , il parlamentare ha così commentato l'incontro di ieri a via Arenula: «Finora il governo non ha prodotto un bel nulla, delle linee guida generiche, con il rischio che siano troppe linee guida e troppo generiche. Sarebbe meglio fare poche cose ma chiare. Aspettiamo il 29 e poi vedremo. Per ora la nostra posizione è di attesa ma non nascondiamo lo scetticismo».

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