Accuse a Fioramonti: dittatore e conti in disordine

Un'inchiesta interna dell'università sudafricana di Pretoria mette nei guai il docente

Accuse a Fioramonti: dittatore e conti in disordine

L'ex ministro dell'Università Lorenzo Fioramonti finisce nel mirino degli ex colleghi dell'Università per la gestione di GovInn, il centro di ricerca in scienze politiche dell'Università di Pretoria (Sudafrica) in partnership con l'istituto francese di agronomia Cirad. Accuse al momento tutte da dimostrare. Che però alimentano il clima di veleni e polemiche intorno alla figura dell'ex ministro che ha mollato il M5s. E nell'entourage di Fioramonti c'è chi solleva il sospetto che sia una manovra, organizzata con lo zampino degli colleghi di partito dei Cinque stelle, che punterebbe a screditarlo.

A ricostruire i passaggi di una storia che sta assumendo i contorni torbidi è La Stampa. Come riportato dal quotidiano - Fioramonti è accusato di numerose «improprietà nella gestione dei fondi» e «allocazione errata di fondi (per uso personale)». Le critiche sono tutte mosse all'interno di un audit, la valutazione economica della correttezza dei dati di bilancio e delle procedure di un'azienda, firmata proprio da Cirad.«"Sebbene sia considerato un leader visionario - inizia così il report - con reti profonde con finanziatori europei, in particolare con la Commissione europea, le impressioni su di lui che abbiamo ottenuto da diversi ex e attuali membri del personale GovInn sono quelle di un autocrate ispirato». E ancora, sempre più scomoda: «Il leader visionario ha difetti, che hanno avuto conseguenze negative per la reputazione del Centro GovInn all'interno dell'Università di Pretoria». «L'ex ministro - riporta la Stampa viene dipinto non proprio come un leader inclusivo di sinistra». Ma la questione si fa più spinosa quando La Stampa riferisce di due mail ricevute da Fioramonti. Mail che se fossero veritiere smonterebbero la difesa dell'ex ministro dimessosi perché il governo non aveva consesso abbastanza miliardi alla scuola. Una delle due missive è infatti datata 2 ottobre, qui Maxi Schoeman, rappresentante del Decano dell'Università, annuncia a tredici colleghi docenti e ricercatori che Fioramonti tornerà entro il 1 maggio 2020, così come negoziato già da ottobre: tre mesi prima di lasciare l'esecutivo Conte. E dunque Fioramonti aveva già pianificato il rientro a Pretoria? E l'addio all'esecutivo per la mancanza di fondi sarebbe soltanto un pretesto? Misteri e dubbi che l'ex ministro sarà chiamato a chiarire.

Intanto larga parte dello staff del suo centro avvisa: se torna lui ce ne andiamo noi. Per ora da parte dell'ex ministro, che sta lavorando alla formazione di un nuovo gruppo (Eco) in Parlamento nessuna risposta. Dal passato dell'ex ministro arriva un'altra storia (se confermata) imbarazzante. Fu Il Giornale a tirare fuori le offese che Fioramonti aveva rivolto alle forze dell'ordine ai tempi in cui era ordinario di Economia a Pretoria. Una serie di insulti osceni, irriferibili, vergognosi e patetici rivolti a politici e forze dell'ordine da Fioramonti sui social. Odio puro. Dopo aver visto il film Diaz sul G8 di Genova, scriveva: «La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini.

I pochi poliziotti per bene hanno paura di far sentire la propria voce (e ovviamente sono pochi, perché altrimenti avrebbero già fatto mea culpa per il caso Aldrovandi, Cucchi e i tanti altri misteri che li circondano».

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