
Ma quanto è perfida e malvagia questa Ursula! Complice, anzi, serva dei grandi produttori di vaccini, notoriamente portatori di morte che la pandemia di Covid, invece, mai avrebbe seminato in giro per l'Europa. Non solo: questa von der Leyen è anche, se non soprattutto, la portabandiera dei loschi interessi della Germania contro i popoli europei. Merita di essere ribattezzata "von der Fuehrer", additata al pubblico disprezzo come nazista mascherata e fatta oggetto di una bella mozione di sfiducia all'Europarlamento. Via, via, facciamo pulizia in nome di una nuova Europa!
Così più o meno si ritiene che abbia pensato Gheorghe Piperea, europarlamentare dell'estrema destra rumena e vicepresidente del gruppo Conservatori e riformisti, i Patrioti. La sua mozione di sfiducia non aveva una chance e infatti è stata largamente bocciata lo scorso 10 luglio dalla plenaria di Strasburgo: sottoscritta da 77 colleghi dell'eurodestra più radicale, ne ha raccattati in tutto 175 a fronte di 360 contrari. Qual era dunque lo scopo di una così velleitaria sceneggiata? A chi, in altre parole, dà davvero fastidio Ursula von der Leyen?
È il caso di ricordarsi che etichettare come nazisti la leadership politica ucraina e i suoi amici all'estero è una delle più ricorrenti e sfacciate operazioni di propaganda messe in atto dal Cremlino fin dal febbraio 2022, inizio dell'invasione russa di quel Paese. Vladimir Putin e il suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov sostengono che sia nazista Zelensky (che è ebreo!), nazista il suo governo (dove l'estrema destra, che ha raccolto alle ultime elezioni poco più del 2% dei voti, non è rappresentata), nazista la causa stessa dell'Ucraina libera e indipendente: un logoro cliché di sovietica memoria, utile a paragonare contro ogni logica l'attuale guerra di aggressione di Mosca a Kiev a quella "patriottica" del 1945 contro i nazisti veri, quelli di Adolf Hitler.
Nazista è anche, di conseguenza, Ursula von der Leyen. Non per la storiella dei vaccini, buona per i soliti gonzi e che gli amici di Putin a Strasburgo propalano ben sapendo che in gioco c'è tutt'altro. Ma semmai per quello che ha fatto e sta facendo per l'Ucraina. Von der Leyen si è spesa e si spende per l'unità europea a sostegno di Kiev. Un sostegno concreto che va dal supporto all'economia a quello alla difesa contro un nemico spietato che finge di volere la pace ma che è interessato esclusivamente alla resa dell'Ucraina. Von der Leyen è, insomma, un simbolo da colpire con tutti i mezzi, anche mandando avanti i propri soldatini all'Europarlamento per dividere e confondere: lei impersona il nemico occidentale che ossessiona Putin, un nemico che ha capito che difendere l'Ucraina senza dividersi significa difendere la libertà dell'Europa.
Perché il vero Fuehrer oggi non sta a Berlino e tantomeno a Strasburgo o a Bruxelles: è installato
a Mosca. Da lì conduce una politica genocida ed espansionistica che a Hitler sarebbe piaciuta moltissimo, e che non a caso piace agli estremisti di destra di oggi, che i loro eroi li riconoscono al fiuto, infallibilmente.