Acqua, scuole, sanità Così l'energia sostiene lo sviluppo

Molte le iniziative avviate in Congo L'ultima è il progetto Hinda, un esempio di come le risorse possano migliorare la vita quotidiana

Eni è impegnata per la sostenibilità in diversi Paesi: Ghana, Mozambico, Angola e, in particolare, nella Repubblica del Congo. È qui che Eni ha avviato il Progetto Hinda, un esempio della sua concezione della sostenibilità e della cooperazione. Un progetto che vede Eni affiancare il Paese africano (dove è presente dal 1968), secondo la tradizione della dual flag : le due bandiere che sventolano accanto, nelle strutture e nei villaggi. Il progetto Hinda è stato avviato alla fine del 2011 nell'area del campo onshore di M'Boundi e, in quattro anni, si è concentrato su alcuni aspetti cruciali per il miglioramento della vita quotidiana della popolazione locale, circa 25mila persone in 22 villaggi: la salute, l'educazione, l'accesso all'acqua potabile e l'agricoltura. Quattro macroaree di intervento, affrontate con lo spirito di Eni: quindi, attraverso l'accesso alle risorse energetiche.

Nell'ambito dell'educazione, per esempio, la diffusione dell'elettricità ha consentito di incrementare i corsi serali, raggiungere istituti isolati e utilizzare i computer. In totale sono state realizzate nove scuole. Ma l'energia è fondamentale anche per le strutture sanitarie, per conservare medicinali e vaccini, sterilizzare gli strumenti e operare di notte, oltre a garantire una formazione adeguata al personale. Nell'area sono stati costruiti tre centri di salute e vaccinate 17.871 persone, di cui oltre 13mila neonati e 4mila donne in gravidanza. E ancora, attraverso i pannelli solari e i generatori è stato migliorato (o costruito) il sistema di distribuzione dell'acqua potabile, con la creazione di 21 pozzi. Nel settore agricolo, il progetto Hinda prevede la realizzazione di un centro formativo, per aiutare gli agricoltori locali a migliorare competenze e capacità di produzione.

Energia significa accesso alle risorse di base, ma anche ai mezzi di comunicazione: e, nel caso del Congo, la possibilità di veicolare messaggi vitali, come la campagna di sensibilizzazione contro l'Aids e altre malattie per le quali la prevenzione e l'informazione sono uno strumento di lotta primario, come nel progetto Kento Mwana, per la prevenzione della trasmissione del virus dell'Hiv dalla mamma al bambino. Non solo. Nell'area di M'Boundi Eni ha sviluppato anche un modello di accesso all'energia su larga scala: è il gas della zona infatti che alimenta le due centrali elettriche di Djeno e del Congo, che rappresentano il 60 per cento della capacità della nazione.

Un progetto che ha consentito di distribuire elettricità a largo raggio, in particolare nell'area di Pointe Noire; nel campo di Kouakouala, un nuovo piano di sfruttamento del gas ha permesso di installare generatori di elettricità per i villaggi vicini, per la fornitura di energia, l'alimentazione delle pompe dell'acqua potabile, le scuole, i centri sanitari e l'illuminazione pubblica. Nella convinzione che l'energia sia la chiave per uno sviluppo sostenibile.

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