Addio a Crippa, lo Steve Jobs della Brianza (che neanche sapeva di essere milionario)

Morto il re della microelettronica. La sfida iniziata in garage

Addio a Crippa, lo Steve Jobs della Brianza (che neanche sapeva di essere milionario)
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Che il mondo sia cambiato in un garage lo sanno tutto, ma pochi avrebbero scoperto che il destino potesse prendere una grande strada in una piccola soffitta lombarda. "Soffrivo d'insonnia, lavoravo di notte" diceva Giuseppe Crippa (nella foto), e solo ora che ci ha lasciato un futuro fatto di tecnologia molte persone scopriranno che la Silicon Valley non era così lontana. Crippa, morto a 90 anni e ancora in piena età lavorativa, aveva fatto la rivoluzione con la sua Technoprobe, sede a Cernusco Lombardone che non è certo provincia di San Francisco. Imprenditore e innovatore, ha costruito in Brianza un colosso globale della microelettronica, leader mondiale nella produzione di "probe card" per il settore dei semiconduttori, che poi sarebbero quei dispositivi che servono a testare i chip. Praticamente sconosciuti loro, così come per molti è stato poco conosciuto lui, fino a quando tre anni fa il Corriere scovò il suo nome nella lista dei miliardari italiani redatta da Forbes: "L'ho saputo come voi leggendo la classifica, giusto per farvi comprendere quanto contano per me i soldi. Servono, sì, ma per fare investimenti, ricerca, e aiutare chi è meno fortunato. In questo momento ho 10 euro nel portafoglio: non cambia assolutamente nulla".

Nato a Robbiate (Lecco) nel 1935, Crippa ha iniziato la sua carriera professionale alla Breda, per poi entrare nei primi anni Sessanta in SGS-Ates, l'azienda che diventerà poi ST Microelectronics. Lì rimane per oltre trent'anni, fino a quando non gli viene in mente un'idea meravigliosa: "Ho contribuito al lancio della prima linea di produzione di transistor in silicio in Europa, ma mi ero accorto che le probe card erano prodotte soltanto negli Usa: se le mandavi in riparazione, tornavano indietro dopo settimane. Così ho ideato un processo per fabbricarle nella mia cucina". È già l'età della pensione, nel 1995, quando comincia a progettare di notte i suoi prodotti, spostandosi appunto in soffitta per non disturbare. Già l'anno dopo nasce Technoprobe, che oggi ha 11 sedi nel mondo, 3 centri di sviluppo, e mantiene però il suo cuore a Cernusco Lombardone, sempre nel lecchese, là dov'è nata questa storia di altri tempi. Neppure la scoperta di essere un Paperone, avvenuta con il debutto in Borsa nel 2022, ha appunto cambiato il suo rapporto con il denaro, tanto che Giovanni Crippa è più ricordato per aver messo a disposizione gli spazi dell'azienda per la campagna vaccinale durante il Covid, pagando di tasca sua il personale necessario per realizzare un hub sanitario. Non è un caso, insomma, che la camera ardente sia stata organizzata per oggi in fabbrica: quella era la sua casa. "Mia mamma era una maestra, mio padre un impiegato, mio zio Giovanni invece faceva il falegname e io lo aiutavo a costruire mensole e mobili. Sono cresciuto sotto le bombe nella Seconda Guerra Mondiale, ma niente sarebbe successo senza mia moglie Mariarosa che ha sempre supportato tutte le mie pazzie: da solo non avrei combinato nulla.

Ora la Technoprobe è dei miei figli Cristiano, che è con me da quando aveva solo 19 anni, e Roberto -, e di mio nipote Stefano che dirige la sede americana. La famiglia per me è tutto". Le cronache diranno che Giuseppe Crippa aveva un patrimonio di 3 miliardi di euro, ma in realtà non sono stati i soldi a fare di lui un uomo ricco.

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