Tutto prevedibile. Il centrodestra, come promesso agli elettori, parte con la stretta sul Reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte si inalbera e, quasi come se si trattasse di lesa maestà, arriva a parlare di «follia» da parte del governo. Eppure la maggioranza ha soltanto cominciato a fare ciò che aveva detto in campagna elettorale. Quindi si parte con un emendamento alla legge di bilancio presentato da Maurizio Lupi di Noi Moderati in Commissione Bilancio alla Camera. La modifica prevede lo sbianchettamento della parola «congrua» dal testo della norma che stabilisce che i percettori del sussidio perdano l'assegno una volta rifiutata la prima offerta di lavoro. Grazie a questo emendamento, si perderà il diritto al reddito di cittadinanza nel momento in cui si rifiuta una qualsiasi offerta di lavoro, anche se non considerata congrua. Viene meno così la possibilità di rifiutare un'offerta di lavoro che sia troppo lontana dal luogo di residenza del percettore del sussidio o che sia giudicata non compatibile con le proprie capacità. Prima offerta rifiutata, reddito annullato. Inoltre si restringe anche la platea dei giovani che possono usufruire del Rdc, perché potranno chiederlo soltanto quelli di età compresa tra i 18 e i 29 anni che hanno completato il percorso di studi della scuola dell'obbligo.
Cambiamenti che bastano a Conte per gridare allo scandalo, allo scippo, allo schiaffo ai poveri. Una campagna, quella del M5s, che prosegue con toni sempre più alti. «Dire che i più indigenti devono accettare qualsiasi proposta significa distruggere l'ascensore sociale, siamo alla follia pura», va all'attacco il leader pentastellato. Che non ci sta a vedere cancellato uno dei paletti della legge voluta dai grillini. Un testo in cui si considerava congrua soltanto la proposta di un'occupazione che fosse compatibile con le proprie capacità e competenze, che prevedesse una retribuzione superiore del 20% rispetto all'assegno e che si svolgesse a una distanza entro 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con il trasporto pubblico. Conte, ancora una volta, lancia il sasso e nasconde la mano. «Vorrei ricordare l'importanza della coesione sociale, un paese che ne trascura il valore crea premesse per drammi sociali», dice dall'Assemblea Nazionale di Coldiretti a Roma. Quindi aggiunge: «Addirittura si è detto che fomento odio solo perché cerco di ascoltare e rassicurare». E ancora bordate: «Lupi ha fatto saltare questa notte il concetto di congruità, che culturalmente preserva e tutela la meritocrazia che questo governo vuole proteggere». Conte sostiene che l'emendamento «riguarda un ingegnere che ha lavorato per anni e deve andare a fare il lavapiatti da tutt'altra parte dell'Italia». E non va bene nemmeno la norma sui giovani e la scuola dell'obbligo, che punirebbe «i giovani che non avendo completato il percorso scolastico perdono il reddito per definizione». I grillini partono in batteria e il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri accusa: «La destra mira a una nuova schiavitù 2.0». Si arrabbia anche Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana: «Ciò che è accaduto stanotte grida vendetta». Mentre per il Terzo Polo non è abbastanza. «Non hanno tolto il reddito, hanno fatto un rinvio con qualche correzione del tutto inadeguata», spiega Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Iv in Senato.
Difende la modifica il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, Fdi: «La congruità è naturale, i lavori umili sono dignitosi anche per chi dice che andrebbe a rubare senza il reddito di cittadinanza». Oltre la politica, resta la cronaca. Che parla dell'ennesima truffa sul Rdc, portata avanti da un bengalese, gestore di un Internet Point a Milano.
L'uomo, attraverso operazioni con il Pos, permetteva di monetizzare illegalmente gli importi del Rdc, superando il limite di prelievo mensile di 100 euro. In cambio il bengalese applicava una commissione del 15% su ogni operazione.
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