Roma Il manifatturiero in Italia è in flessione e lo anche è la fiducia nelle performance future dell'industria italiana. La notizia, tutt'altro che positiva, arriva dall'indice Pmi (che tiene conto di ordini, occupazione, produzione, consegne e scorte) manifatturiero di ottobre, sceso a 49,2. Per la prima volta dopo due anni si tratta di un livello sotto la soglia di espansione, il più basso degli ultimi 46 mesi. Incidono le preoccupazioni legate al rallentamento di aree di esportazione chiave, Asia in testa, le incertezze politiche, la minore fiducia delle imprese e i tassi di interesse più elevati che potrebbero essere determinati dall'aumento dello spread. Peraltro questo rallentamento coincide con una frenata dell'indice manifatturiero dell'area euro e della Germania in particolare. Così come un campanello d'allarme arriva dai dati del ministero delle Infrastrutture sul mercato delle auto a ottobre con un calo delle immatricolazioni del 7,4% rispetto allo stesso mese del 2017.
L'Italia è dunque di fronte a una sorta di spartiacque tra fase espansiva e recessiva dell'economia con una crescita trimestrale del Pil che rischia di diventare negativa. È chiaro che questo scenario rende più stringenti le richieste delle imprese italiane, strette tra l'effetto boomerang del decreto Di Maio sul lavoro e l'offensiva anti-infrastrutture di M5s. Un contesto destinato a far salire la pressione degli imprenditori del Nord sulla Lega, vista come il garante delle classi produttive dentro il governo gialloverde.
Di fronte a quanto sta accadendo Forza Italia si candida a intercettare queste istanze. E con Alessandro Cattaneo, responsabile Infrastrutture del gruppo parlamentare di Montecitorio, lancia il suo affondo.
«In questo particolare momento storico di tutto abbiamo bisogno meno che di misure autolesionistiche e di un governo che remi contro il futuro» spiega Cattaneo. «La Lega non può tradire il Nord, rinnegare se stessa e la sua visione. Con il buon governo della Lombardia abbiamo insegnato all'Europa come si fanno le infrastrutture, abbiamo generato Pil diretto e indiretto. Ma ora bisogna reagire a posizioni di retroguardia, oscurantiste e dissennate. Forza Italia si sta occupando di questi temi e sta ascoltando il grido di allarme che arriva dal territorio».
«Le infrastrutture» continua Cattaneo «sono tra le poche cose che si ripagano nell'economia reale, basti pensare all'indotto del Terzo Valico. La prospettiva è avere una serie di micro-progetti nei Comuni con una serie di stazioni appaltanti medio-piccole. Ma anche qui si rischia di scontare l'approccio manettaro di M5s. I Comuni oggi hanno paura di firmare qualsiasi carta.
Ci sono tre gradi di controllo a cui Renzi ha aggiunto l'Anac. Questo ente andrebbe almeno rivisto. Se poi si darà spazio anche all'agente provocatore voluto dai Cinquestelle, allora altro che sbloccare il Pil, qui finiamo direttamente per paralizzare il Paese».
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