Aereo scomparso: fu suicidio del pilota

Il comandante stordì tutti e lanciò in mare il velivolo della Malaysia airline

Un suicidio e 238 omicidi. Tutti a opera di Zaharie Ahmad Shah, pilota della Malaysia Airlines ai comandi del volo di linea MH370 da Kuala Lumpur a Pechino scomparso nell'Oceano Indiano l'8 marzo 2014. L'uomo avrebbe deliberatamente addormentato i passeggeri e gli altri componenti dell'equipaggio e poi fatto precipitare l'aereo in mare, non prima di avere gettato un'ultima occhiata dall'alto a Penang, sua città di origine.

Sono queste le conclusioni a cui sono giunti, oltre quattro anni dopo la strage, i componenti della commissione di esperti ingaggiati dal programma televisivo australiano «60 Minutes». Si tratta di specialisti dell'aviazione civile secondo i quali il pilota avrebbe pianificato il tragico gesto nei minimi dettagli. Per prima cosa Zaharie ebbe l'accortezza di depressurizzare la cabina passeggeri, nella quale si trovava anche il resto dell'equipaggio. In pochi minuti tutti si addormentarono per ipossia, anche grazie al fatto che il pilota aveva bloccato le maschere per l'ossigeno. Quindi indisturbato Zaharie spense il trasponder facendo «sparire» il velivolo da qualsiasi controllo radar dopodiché lo condusse fuori rotta e lo gettò in mare uccidendo tutti. Prima il pilota aveva avuto anche l'accortezza di attraversare lo spazio aereo sopra la Malaysia e sopra la Thailandia, ottenendo così il risultato che i controllori di volo di ciascuno dei due Paesi pensassero che erano i colleghi dell'altro Paese a occuparsi di quell'aereo. Prima di completare il suo folle piano, di cui si ingorano le motivazioni, Zaharie si portò sopra alla città natale di Penang, a Nord-Ovest della penisola malese, per derle un'ultima occhiata. Una deviazione, questa, altrimenti inspiegabile nella dinamica dell'operazione, che ricorda da vicino quella compiuta il 24 marzo 2015 da Andreas Lubiz, copilota del volo Germanwings 9525, che - depresso - si chiuse nella cabina e fece impattare l'aereo sulle Alpi francesi uccidendo sé stesso e le 149 persone a bordo.

Altre vicende simili: il 9 febbraio 1982 precipitò in mare provocando 24 morti e centinaia di feriti un Dc-8 della Japan Airlines dopo una manovra folle ma deliberata del pilota affetto da disturbi nervosi. E il 31 ottobre 1999, il volo 990 della EgyptAir da New York al Cairo con 217 persone a bordo, precipitò nell'Oceano Atlantico dopo il decollo. Si accertò poi che era stato sabotato dal copilota.

AnCu

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