Le bugie di Conte e Tridico sul caso Inps

L’aumento dello stipendio del presidente Inps, Pasquale Tridico, è un affare che tocca i vertici del governo. A Palazzo Chigi erano stati informati dei fatti

Le bugie di Conte e Tridico sul caso Inps

Lo stipendio di Pasquale Tridico è più che raddoppiato, passando dai 62mila euro annui percepiti a inizio mandato agli attuali 150mila. E il premier, Giuseppe Conte, nonostante le sue dichiarazioni secondo cui non era informato dei fatti, non poteva non sapere. Esistono, infatti, due atti formali della presidenza del consiglio dei ministri che precedono quel salto di stipendio di cui avrebbe beneficiato Tridico: una videoconferenza del 16 giugno e una nota protocollata del 14 luglio. Ma andiamo con ordine.

A puntare l’indice contro il capo del governo è Il Tempo. E la questione è la seguente. C’è il timbro ufficiale della presidenza del Consiglio nella decisione di aumentare anche retroattivamente lo stipendio di Tridico e dell’intero consiglio di amministrazione dell’Inps. Prima di varare quell’aumento sarebbe stata chiesta l’autorizzazione formale dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Ed è arrivata, come dicevamo, il 14 luglio scorso con nota protocollata n. 15902 a firma del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Fraccaro è un uomo di fiducia di Conte ed è per questo che sembrerebbe molto strano che quest’ultimo non sapesse nulla della vicenda.

La nota di quel giorno di piena estate recita: "Si accoglie la proposta formulata dalle amministrazioni interessate nel corso della riunione di coordinamento prevista dalla citata direttiva del presidente del Consiglio dei ministri 9 gennaio 2001, tenutasi in videoconferenza il 16 giugno 2020, in ordine agli emolumenti da corrispondere al Presidente, al Vice Presidente e ai consiglieri di amministrazione". La domanda a questo punto sorge spontanea: "Possibile che Fraccaro abbia tenuto nascosta al premier una decisione di tale rilevanza, senza avere un suo ok prima di dare a sua volta il via libera formale?" Davvero difficile.

La seconda dichiarazione da tenere sotto controllo è la seguente. È quella fornita dallo stesso Tridico in una lettera a Repubblica dove oltre a negare la retroattività del suo aumento di stipendio, sostiene che non è nei poteri del Presidente o di qualsiasi alto organo dell’Istituto determinarsi i compensi.

Questo concetto è smentito dalla delibera numero 2 del 22 aprile 2020 firmata dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Inps, che è appunto Tridico. Il testo recita così: Delibera che gli emolumenti del Presidente, del vicepresidente e degli ulteriori membri del consiglio di amministrazione nella misura annua, al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali di legge a carico degli stessi, sono individuati come di seguito: "Presidente: euro 150.000; Vicepresidente: euro 40.000, estensibile fino a un massimo di euro 100.000 in funzione delle deleghe allo stesso attribuite dal Presidente; consigliere di amministrazione: euro 23.000...".

Dunque, sarebbe stato proprio Tridico a deliberare in piena pandemia l’aumento del suo stipendio.

Ai ministri competenti lascia solo la decisione sulla retroattività: "La decorrenza dei sopra citati emolumenti è stabilita nel decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze...", che sarebbe stato poi firmato il 7 agosto scorso.

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