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Affondo M5s su Occhiuto. "Medici cubani schiavi"

"I 467 medici cubani in Calabria sono in condizione di schiavitù"

Affondo M5s su Occhiuto. "Medici cubani schiavi"

«I 467 medici cubani in Calabria sono in condizione di schiavitù». Fanno tremare le prime righe dell'intemerata scritta dall'europarlamentare grillina Laura Ferrara. Aguanta un mes, aspetta un po' come dicono all'Avana. Va bene cavalcare il malcontento di una parte dei medici e dei sindacati della sanità calabrese, che non vede di buon occhio la decisione del governatore calabrese Roberto Occhiuto (nella foto). Va bene che Bruxelles, Onu e Human Right Watch lanciano l'allarme schiavitù su «analoghe assunzioni di medici» altrove, ma dove sarebbero i presunti «obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana e i più basilari diritti umani fondamentali»? Ce lo vedete il placido Occhiuto che tiene segregati i medici che devono salvare la sanità calabrese, in attesa dei concorsi (finora andati deserti o quasi)? E quali metodi userebbe, quali sarebbero le «gravi forme di sfruttamento lavorativo e schiavitù moderna» che avrebbe adottato? Riduzione in prigione? Punizioni corporali? Lavaggio del cervello? No, tutto ruota intorno all'accordo economico sui medici, che a dire dell'europarlamentare M5s, prevederebbe che solo 1.200 euro al mese finiscano loro in tasca, mentre i restanti 3.500 euro circa venga versata «a beneficio di una società che esegue la volontà del governo cubano».

«L'accordo è stato studiato nei minimi dettagli e approfondito con l'ambasciata italiana a Cuba e con il ministero della Salute, altro che schiavitù. L'europarlamentare grillina Laura Ferrara usa impropriamente il logo e la carta intestata del Parlamento europeo, mandando in giro letterine fumose, per fare lotta politica», dice Occhiuto al Giornale. Durante la pandemia medici cubani arrivarono in Italia, accolti come eroi, per supportare i sistemi sanitari di Lombardia e Veneto, due delle Regioni in emergenza e più colpite dal Covid. E nessuno disse nulla. Ora che si tratta di aiutare una sanità strutturalmente in emergenza scoppia la polemica. «Avevo due strade: chiudere ospedali o cercare una soluzione ponte, in attesa che i concorsi, divenuti più attrattivi, diano i risultati sperati, con tanti giovani italiani e calabresi nei nostri ospedali».

Chi specula sulle disgrazie della Calabria, evocando negrieri e catene, è schiavo della peggiore politica.

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