
«Tucci ha agito con crudeltà». Non usa mezzi termini la procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, facendo il punto sul femminicidio di Martina Carbonaro, 14 anni appena, uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola.
In pieno accordo con quanto scrive il pm Alberto Della Valle nel decreto di fermo: Alessio «scatenava una forza micidiale contro la vittima colpendola ripetutamente con un corpo contundente tipo pietra, anche dopo che, inferto il primo colpo, la stessa cadeva a terra». È la prima aggravante contestata all'omicida seguita da quella della relazione affettiva. «Abbiamo contestato, e il giudice ha condiviso, che Alessio Tucci ha agito con crudeltà perché ha sferrato una serie di colpi sulla povera Martina. Un'altra aggravante che abbiamo contestato è che c'era una relazione affettiva che si era interrotta». Il magistrato racconta in conferenza stampa delle indagini, delle ricerche effettuate con i cani molecolari, droni e fari puntati sulla struttura del vecchio stadio.
«La speranza di ritrovare Martina in vita sono terminate quando abbiamo ritrovato gli occhiali che la povera ragazza non toglieva mai» spiega. Fondamentali per il rinvenimento del corpo «sono stati la geolocalizzazione del suo telefono cellulare e le immagini di videosorveglianza. La svolta si è avuta da un'immagine che mostra Martina in compagnia di Alessio Tucci, nei pressi di un casolare nelle vicinanze del campo Moccia. Dinnanzi a queste evidenze l'indagato non ha fatto altro che ammettere i fatti, ammissione che ha reso nell'interrogatorio di garanzia». Tucci, come un qualsiasi assassino improvvisato, commette una serie di errori che lo incastreranno. Il primo è quello di non considerare i sistemi di videosorveglianza, a cominciare dalle telecamere piazzate sul corso Garibaldi che lo riprendono nel tardo pomeriggio di lunedì assieme a Martina e all'amica Anna Iazzetta mentre mangiano un gelato. Seguite dai fotogrammi che mostrano, lui e Martina, allontanarsi dal centro. Per finire quelle che li «congelano» davanti l'ex stadio Moccia.
Sulle prime Tucci nega di esserci andato con la vittima. Quando il pm gli mostra le immagini non può far altro che confessare. Gli va male anche nel tentativo, grossolano, di far perdere le tracce della scomparsa. Cancella le chat, Alessio, poi spegne il cellulare di Martina per non farla trovare. Ma lo smartphone emette il segnale anche da spento, tanto che ai carabinieri risulta all'interno della vecchia casa del custode. Infine non si accorge degli occhiali della ragazza, lasciati a terra vicino al sasso insanguinato. Fra gli elementi che solo l'autopsia potrà chiarire, i colpi inferti. Tre, ricorda Tucci. Almeno quattro secondo il primo esame medico legale sulla vittima.
Ci sono poi i pantaloni imbrattati di sangue, consegnati alla madre per metterli in lavatrice. Possibile che la donna non si sia accorta di nulla? «Bisogna mettere in campo tutte le azioni nel sociale. Che ognuno educhi bene i nostri figli» conclude la procuratrice Anna Maria Lucchetta.