Coronavirus

Via agli spostamenti ma niente abbracci. Mascherine e distanza restano obbligatorie

L'Italia si prepara dunque ad abbattere i tragicomici "confini interni" che qualche governatore in preda a delirio di onnipotenza aveva pensato idealmente di innalzare.

Via agli spostamenti ma niente abbracci. Mascherine e distanza restano obbligatorie

«Attention: trois, deux, un... Fiiiii!». Da mercoledì, torna «Giochi senza frontiere». Finalmente liberi di spostarsi da una Regione all'altra, appallottolando l'odiato «modulo giustificativo».

A scandire il conto alla rovescia, memore del mitico giudice di gara Gennaro Olivieri, è stato il premier Conte, andando incontro alle legittime aspettative dei suoi connazionali. L'Italia si prepara dunque ad abbattere i tragicomici «confini interni» che qualche governatore in preda a delirio di onnipotenza aveva pensato idealmente di innalzare.

Mercoledì ci verrà restituito il diritto costituzionale alla mobilità, inopinatamente congelato da tre mesi causa «emergenza sanitaria». Ma ormai il coronavirus è alle spalle, benché l'Italia non risulti ancora accomunata da un risolutivo «indice di contagio pari a zero» (l'unica regione che finora può vantarlo è la Basilicata). L'ora X della normalità è comunque a un passo, anche se prima del fatidico 3 giugno saremo ancora bloccati da un «ponte» che, fino al 2 giugno, rimarrà sollevato, separandoci dalla totale e agognata libertà di movimento. Un attimo e riprenderemo a circolare in Italia senza limitazioni e pure chi arriverà dall'estero non avrà più obbligo di stare in quarantena. Un grande passo avanti, ma saranno ancora molti i divieti che ci ricorderanno di essere ancora in uno stato di «impedimento sociale». E non è affatto detto che queste ultime «privazioni comportamentali» siano meno castranti dell'impossibilità che abbiamo avuto finora di muoverci da una regione all'altra.

Quasi a voler spegnere i primi fuochi di entusiasmo, i pompieri del Covid ricordano che «cinema, teatri e locali da ballo rimarranno off limits». Se ne riparlerà il 15 giugno. Forse.

Intanto i vademecum di «tutto ciò che da mercoledì prossimo continuerà ad essere vietato» impazzano sui social. Libera circolazione sì, ma occhio ai «paletti». Che restano e sono tanti. Sbatterci contro sarebbe pericoloso. Ad esempio rimane sulla lista nera la movida, nella sua ampia accezione di volano per «assembramenti»; che poi l'«affollamento» si componga di persone con o senza bicchiere di aperitivo, conta poco. Rimane in vigore pure il famigerato «distanziamento»: la distanza «interpersonale» deve essere sempre di 1 metro e di 2 metri «quando si svolge attività fisica».

Si continuerà a indossare la mascherina, anche se sul punto il governatore veneto Luca Zaia ha annunciato dal 15 giugno uno «sanatoria» (nulla a che fare con la sanificazione) che permetterà ai suoi corregionali di circolare a volto scoperto. Perfino i veneti, invece, dovranno continuare a evitare «baci, abbracci e contatti fisici non necessari». E dietro quel «non necessari» c'è tutto un mondo misterioso e sentimentalmente imperscrutabile. È «necessario» abbracciare una mamma? Un padre? Un fratello? Una fidanzata? Un'amante? Si attendono chiarimenti. Sperando che a creare più confusione non arrivi il solito «congiunto».

Ma torniamo all'oggetto dello scandalo: la mascherina. Pare sicuro che si debba continuare a indossarla «nei luoghi pubblici, nei negozi, dal parrucchiere e dall'estetista, in aereo e in treno, sui mezzi pubblici e ovunque non sia possibile mantenere la distanza».

Capitolo guanti: «Obbligatori quando si acquistano generi alimentari». E se un tizio si avvicina puntandoci in fronte il termometro a forma di pistola? Passata la paura, «non potremo rifiutare di sottoporci alla misurazione della febbre»: con più di 37,5 accesso vietato e segnalazione all'autorità sanitaria. Seguirà tampone? Ricovero? O peggio? Inoltre «non potremo ancora andare dal parrucchiere e in palestra senza prenotazione».

Infine il «toto-quarantena»: «Se l'ordinanza regionale lo prevede, si dovrà rimanere in quarantena dal momento dell'arrivo». Spostarsi da Nord a Sud per rimanere in quarantena non è il massimo della vita. Ma il genio italico sta già provvedendo. Allo studio una «quarantena breve»: due settimane con lo sconto del 50%. Trattabile e suscettibile di ulteriore riduzione.

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