Aiuti, l'Italia firma l'appello. Meloni sente bin Salman

Documento di 24 Paesi sull’emergenza umanitaria. La premier al telefono con il leader arabo. "L’invasione un’escalation". Tel Aviv, veterani in piazza

Aiuti, l'Italia firma l'appello. Meloni sente bin Salman
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Cresce l'attivismo del governo e della premier Giorgia Meloni riguardo la drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Il presidente del Consiglio ha avuto un dialogo telefonico con il principe arabo bin Salman alla ricerca di una soluzione diplomatica al disastro in corso, mentre il nostro Paese è tra i firmatari di un appello a Israele affinché lasci riprendere le attività umanitarie a Gaza favorendo l'invio di aiuti ai civili. Una doppia presa di posizione in un momento chiave per il presente e il futuro del conflitto in Medioriente.

Una nota di Palazzo Chigi riferisce che "il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il Principe Ereditario e primo Ministro dell'Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud". Secondo la nota, in cui è stata ribadita la collaborazione tra i due Paesi e la volontà di ampliarla nell'immediato futuro ribadendo l'importanza della lega araba in Medioriente, "i due leader hanno espresso preoccupazione per le più recenti decisioni israeliane che appaiono andare verso un'ulteriore escalation militare, sottolineando l'opportunità di giungere, senza ulteriori ritardi, alla cessazione delle ostilità", recita la nota che chiarisce quindi una volta di più la posizione italiana. "Solo un processo politico verso una soluzione dei due Stati potrà condurre ad una pace giusta e di lungo periodo", viene ribadito, con la richiesta della liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Nel frattempo, l'Italia risulta tra i 24 firmatari, insieme all'Unione Europea, a un gruppo di Stati membri, al Regno Unito, al Canada e ad altri partner, di un appello urgente alle autorità di Israele per la ripresa delle attività umanitarie a Gaza. Nella dichiarazione si chiede che venga concesso il pieno accesso a Gaza a tutti gli aiuti e venga garantito agli operatori umanitari e alle Ong di proseguire in sicurezza la distribuzione di cibo a favore dei civili. "La sofferenza umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli inimmaginabili. La carestia si sta diffondendo davanti ai nostri occhi. È necessario intervenire con urgenza per fermare e invertire la tendenza. Lo spazio umanitario deve essere protetto e gli aiuti non devono mai essere politicizzati", si legge nella dichiarazione. "A causa dei nuovi e restrittivi requisiti di registrazione, le ong internazionali essenziali potrebbero essere costrette a lasciare i Territori Occupati a breve, il che peggiorerebbe ulteriormente la situazione umanitaria. Chiediamo al governo di Israele di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti e di sbloccare le attività degli attori umanitari essenziali. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete", si legge. "I valichi e le rotte devono essere utilizzati per consentire l'afflusso di aiuti a Gaza, inclusi cibo, scorte alimentari, alloggi, carburante, acqua pulita, medicinali e attrezzature mediche. Non deve essere usata la forza letale nei siti di distribuzione e i civili, gli operatori umanitari e gli operatori sanitari devono essere protetti", conclude il documento. Che arriva mentre "The Elders", l'ong fondata da Nelson Mandela, ha denunciato "l'ostruzione deliberata da parte di Israele all'ingresso di aiuti umanitari salvavita a Gaza". L'emergenza, come la guerra, non si ferma.

Ma l'impegno congiunto di numerosi Paesi, con l'Italia in prima fila, alza il pressing su Israele proprio mentre aumenta anche il fronte della protesta interna. Ieri in piazza veterani dell'esercito e riservisti per protestare contro il piano Netanyahu di occupare Gaza.

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