Milano La procura di Milano chiude un'altra inchiesta su Expo, e anche questa volta si chiude con un nulla di fatto. I pubblici ministeri che indagano sull'appalto per la «piastra» dell'esposizione universale, un appalto da 149 milioni di euro, hanno chiesto l'archiviazione delle accuse che avevano portato nel registro degli indagati cinque persone, tra manager di Expo e imprenditori privati. Tra gli indagati non c'era Giuseppe Sala, il commissario straordinario che appena due giorni fa è stato designato dalle «primarie» del centrosinistra a correre per la poltrona di sindaco di Milano.Il provvedimento - firmato dai pm Paolo Filippini, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi - dovrà ora passare il vaglio dell'ufficio del giudice preliminare, che teoricamente potrebbe disporre nuove indagini.
Ma a distanza di quasi quattro anni dai fatti, difficile che si possa scoprire più del poco che si è appurato finora. Nella corposa richiesta di archiviazione, i tre pm danno atto delle vistose anomalie dell'appalto per la piastra, emerse già nel 2014 grazie a una microspia piazzata nel corso di un altro filone d'inchiesta, quello sugli appalti della Regione. L'enorme ribasso con cui i lavori vennero assegnati alla Mantovani era solo una delle tante stranezze che emergevano. Ma si era nel pieno dello scontro interno alla Procura di Milano, con il procuratore Edmondo Bruti Liberati in rotta con il suo vice Alfredo Robledo proprio sulla gestione dei fascicoli di indagine su Expo.
E così l'affondo che si poteva tentare con buone speranze di successo, non partì mai. Passato il momento favorevole, per i pm incaricati del fascicolo la strada è diventata tutta in salita: impossibile, visto anche il clima di «sensibilità istituzionale» (per usare le parole del premier Renzi) verso le esigenze di Expo, ricostruire tutto. Così, alla fine, hanno deciso di arrendersi. Cosa sia accaduto davvero intorno ad uno degli appalti più ghiotti dell'intero megaevento guidato da Beppe Sala non si saprà mai. Ma qualcosa, nella richiesta di archiviazione, potrebbe risultare comunque indigesto all'aspirante sindaco.
Perché il tema della governance dell'esposizione, della carenza quasi totale di controlli, è affrontato nel provvedimento dei pm, che citano ampi stralci della relazione con cui nel 2014 una società di audit analizzò la struttura di Expo. I risultati non furono confortanti, ma nessuno fece nulla.LF- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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