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Alan Kurdi, Salvini: "No a ricatti della Germania"

Il vicepremier svela una mail: "La Germania accoglie i 30 della Gregoretti se facciamo attraccare la nave ong"

Alan Kurdi, Salvini: "No a ricatti della Germania"

Matteo Salvini smaschera Berlino. Al centro dello scontro c'è la Alan Kurdi. La nave dell'ong tedesca Sea Eye di fatto avrebbe deciso, dopo aver rifiutato lo sbarco a Tripoli, di far rotta su Lampedusa. Ma dovrà fare i conti con il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane firmato dal ministro Matteo Salvini. Un divieto che di fatto replica quanto già accaduto con la Sea Watch e la Alex di Mediterranea. Fin qui i fatti. Ma adesso c'è un elemento in più che si intreccia con la vicenda della Gregoretti, la nave della Guardia Costiera che ha salvato 116 migranti in mare sbarcati nel porto di Augusta e trasferiti in una struttura di Pozzallo. Lo sbarco, avvenuto tra questa notte e questa mattina, ha condizioni ben chiare: i migranti verranno redistributi in altri Paesi Ue che hanno offerto la loro accoglienza. Tra questi c'è la Germania che ha annunciato di voler accogliere 30 migranti. Ma su questo punto Salvini, ai microfoni di Sky Tg24, rivela un retroscena: "DDal governo tedesco sono arrivati segnali pessimi: mi hanno girato una mail, che arriva dalla Commissione europea, in cui sostanzialmente c’è un ricatto da parte del Governo tedesco, così io traduco, che si era impegnato a prendere 30 immigrati sbarcati dalla Gregoretti. Adesso pare che scrivano: noi prendiamo quei 30 se voi fate sbarcare i 40 che sono a bordo della nave che si sta avvicinando a Lampedusa. Stiamo giovando a cosa, a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle". Parole forti che accendono ancora di più lo scontro tra Berlino e Roma. Salvini ha poi aggiunto: "Non siamo il campo profughi della Germania".

Insomma tra Roma e Berlino resta alta la tensione. Tensione che era già andata alle stelle nel vertice di Helsinki di qualche settimana fa. Proprio in quella occasione Berlino aveva chiesto il rispetto della regola del "porto sicuro più vicino per lo sbarco". Un principio sostenuto anche dalla Francia. E su questo punto Salvini ha fatto saltare il tavolo. Mossa poi ripetuta qualche giorno dopo con l'assenza del ministro al vertice di Parigi sempre sul tema della gestione dei flussi migratori. I tedeschi dunque alzano il tiro e provano a "ricattare" il governo facendo i "conti" sulla pelle dei migranti.

Salvini comunque per il momento tira dritto e ribadisce che i porti italiani per la Alan Kurdi restano chiusi.

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