San Paolo. «Congratulazioni Elisabetta, in questo giorno. In te le ragazze hanno una grande madre e un esempio di donna forte e indipendente». Era il 10 maggio scorso quando Raphael Alessandro Tunesi, l'imprenditore italiano assassinato 9 giorni fa a Palenque, in Messico, scriveva queste dolci parole sulla sua pagina Facebook accompagnata da una foto della moglie Elisabeth Gomes, insieme alle tre figlie che lei gli aveva dato.
«Elizabeth Gomes, la donna spietata che ha deciso di uccidere il marito», titolava invece così ieri il sito El blog del narco, un punto di riferimento per chiunque segua le vicende del narcotraffico e della violenza sempre più in crescita nel paese del tequila. Già perché la bella Elizabeth ieri è stata arrestata, dopo giorni di indagini serrate soprattutto grazie alle telecamere di sorveglianza che a Palenque pullulano. Sono state proprio le immagini a condurre gli inquirenti a lei come l'autrice intellettuale dell'omicidio, in una delle zone più turistiche e ricche di vestigia maya del Messico. Con lei la Procura dello Chiapas ha annunciato anche la cattura di due uomini, gli autori materiali dell'assassinio di Raphael, Gerardo Antonio e Luis Martín. Tutti e tre sono stati arrestati ieri nelle città di Tuxtla Gutiérrez e Palenque e, nelle prossime ore, Elisabeth, Gerardo e Luis saranno condotti in manette davanti al giudice di primo grado del distretto di Catazajá, che dovrà decidere il loro destino in attesa del processo per direttissima. Da ieri sia la moglie, che Raphael aveva sposato 21 anni fa in Messico, sia i due killer sono detenuti nel Centro Statale per Reintegrazione sociale per i condannati «Cerss 17 el Bambú», sempre a Catazajá, un piccolo paese di 3400 abitanti celebre solo per questo carcere dove sono rinchiusi i peggiori criminali della regione.
Ci sono voluti otto giorni di intensa ricerca delle prove, molto lavoro sul campo e indagini serrate da parte di un team congiunto della Polizia scientifica, della Procura Affari Speciali e della Squadra Omicidi in coordinamento con la Procura Distrettuale di Palenque, per acciuffare gli autori materiali e intellettuali dell'omicidio del nostro connazionale. Il primo luglio scorso, Raphael Tunesi era stato giustiziato a pochi chilometri dalla scuola delle figlie. Erano circa le 14 ed era a bordo della sua Bmw nera. Mentre guidava era stato aggredito dai due killer armati in moto che, dopo averlo costretto a deviare su una strada sterrata in un disperato tentativo di fuga, lo avevano freddato con tre colpi alla testa dopo che Raphael aveva perso il controllo dell'auto, andando a sbattere contro un albero. Con la sua morte ci ha lasciato anche un noto esperto epigrafista, scrittore e conferenziere di cultura maya che parlava correntemente la lingua maya cho'l, conosciuta da solo 250mila persone al mondo.
Ha sorpreso molto che la mandante dell'omicidio di Raphael sia la moglie Elisabeth, alla quale l'uomo dedicava regolarmente messaggi amorosi sui social e con cui gestiva il miglior boutique hotel della regione, il «Quinta Cha Nab Nal», ad appena 2,2 chilometri dalle celebri rovine Maya, meta di turisti da tutto il mondo.
Forse proprio il cospicuo patrimonio di famiglia, visto che Tunesi possedeva anche proprietà sulla celebre Riviera Maya, tra Tulum e Playa del Carmen, potrebbe essere alla base dell'uxoricidio. A dispetto della tenerezza dei messaggi di Raphael, inoltre, colpisce che sulla pagina Facebook di Elisabeth non ci fosse più da tempo nessuna foto con il marito.
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