Roma. Omicidio volontario aggravato. È l'accusa che potrebbe rovesciare il caso di Alessia Sbal, schiacciata da un tir e abbandonata a terra. A sei giorni dal drammatico incidente la Procura starebbe rivedendo la posizione di Claudio Focassati, 47 anni, incensurato, da mercoledì agli arresti domiciliari. Con la stradale gli inquirenti avrebbero valutato un nuovo, inquietante scenario. Roma, chilometro 26,600 del Gra. Una Panda è sulla corsia di destra, carreggiata interna. Un camion dietro. La donna alla guida urla in diretta, al telefono con un'amica che registra la chiamata. «Che fa, è pazzo? Mi viene addosso!». All'improvviso il mezzo pesante la sperona. Poi prova ad allontanarsi. Ma lei, Alessia, 43 anni ancora da compiere, biochimica, è nera. Per niente spaventata del «bestione» che le è venuto addosso all'altezza della via Aurelia, lo insegue anche se, per farlo, supera lo svincolo che l'avrebbe portata a Ladispoli dal suo fidanzato. Pochi metri e lo costringe a fermarsi, di traverso sulla carreggiata, per metterlo di fronte alle sue responsabilità. All'amica aveva detto che un camion la stava tamponando. «Devo attaccare» le dice. Il danno è fatto.
Alessia ferma l'auto incidentata, la Panda grigia, sulla corsia di emergenza e allerta il 112. «Mi hanno tamponato, venite a soccorrermi» spiega, agitata, all'operatore. Poi scende, indossa il fratino giallo, lascia il telefono sul cruscotto. L'autista del tir non sente ragioni, innesta la marcia e la travolge, lasciandola senza vita sull'asfalto bagnato. Focassati davanti al gip che lo interroga ripete all'infinito che lui, quella donna, non l'ha proprio vista. «Mi è comparsa davanti all'improvviso» dice in una mezza ammissione di colpa. Di fatto l'uomo non si ferma a prestare aiuto, non soccorre Alessia. E tira dritto in direzione Casalotti Boccea, poi esce dal Raccordo Anulare e va avanti fino a quando lo ferma la polizia. Al 112 tentano di mettersi di nuovo in contatto con la persona che li ha chiamati, ma il telefono di Alessia, a quel punto, squilla a vuoto.
Alla scena assistono vari automobilisti. Sono le 20,34 di domenica, del resto, e nonostante l'acquazzone l'anello che circonda la capitale è come sempre pieno di auto. Ma nessuno, almeno fino a ieri, risponde all'appello della madre di Alessia, Tina Angiolini. «Cerchiamo testimoni...» scrive sul gruppo Fb «Sei di Ciampino se...». «Mia figlia è stata investita dopo essere stata speronata da un tir, è stata schiacciata senza pietà... il guidatore è scappato... Vi prego di aiutarci». Un testimone, Paolo P., avrebbe raccontato ciò che ha visto superando i mezzi fermi sul ciglio della strada.
Ovvero che un tir, forse proprio quello di Focassati, tampona un'auto guidata da una donna e prosegue la corsa. Un teste importante, se le sue dichiarazioni venissero confermate, per accreditare l'ipotesi più agghiacciante: Alessia è stata uccisa volontariamente dopo uno stupido tamponamento.
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