"Alex adesso è guarito". Il miracolo del bimbo: torna a casa per Pasqua

Il piccolo con una rara malattia genetica salvato dal trapianto di midollo del padre

"Alex adesso è guarito". Il miracolo del bimbo: torna a casa per Pasqua

Torna a Londra, Alex. Torna a Londra anche se sei italiano, anche se sei ormai romano. Perché a Londra sei nato ma al Gianicolo sei rinato. E chi nasce o rinasce sull'ottavo colle di Roma resta sempre dei nostri per tutta la vita, che speriamo la tua sia lunga e prospera, caro «pischelletto» piccolo e tignoso.

Alex Maria Montresor è guarito. Gua-ri-to. Che bel trisillabo, specie se pronunciato in italiano. Il bambino di due anni figlio di due italiani, lui di Verona e lei napoletana, può finalmente guardare avanti, a quella vita che fino a qualche tempo fa era un biglietto della lotteria stropicciato e ora invece è un montepremi di sorrisi da incassare.

Il piccolo, affetto, la linfoistiocitosi emofagocitica (HLh), una rara malattia genetica, era in cura al Great Ormond Street Hospital di Londra. Bravi, eh, ma forse non bravissimi. Lì era stato sottoposto a un trattamento con un farmaco sperimentale che dette qualche limitato risultato. Ci voleva altro. Ci voleva l'Italia. Prima di Natale Alex è stato operato al Bambino Gesù di Roma, l'ospedale pediatrico del Vaticano. Gli sono state trapiantate le cellule emopoietiche di papà Paolo, secondo una tecnica innovativa elaborata un po' per genio un po' per necessità, come sempre accade a noi italiani, che il meglio lo tiriamo fuori sempre quando tutti ci danno per spacciati. E tutti davano per spacciato Alex, che aveva bisogno di un nuovo midollo per cercare di sopravvivere, ma in tutto il mondo non c'era un solo donatore compatibile. Allora papà Paolo e mamma Cristiana chiesero a tutti, anche tra chi non aveva mai pensato di donare il midollo. E le città italiane - da Milano a Bologna, da Napoli a Roma - si riempirono di file di persone che non erano là per acquistare il nuovo modello di smartphone ma per farsi frugare nel midollo e vedere se era quello giusto. Niente da fare, anche se comunque la faccenda servì a sensibilizzare gli italiani sul trapianto e i donatori si moltiplicarono d'incanto. Il direttore del centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa aveva parlato di «effetto Alex»: 23mila nuovi donatori da ottobre 2018 iscritti al registro italiano dei donatori di midollo osseo.

Alex è quello che fa i miracoli, lasciatelo in pace, 'sto regazzetto inglese che ha così tanta voglia di vivere da far vivere anche qualcun altro.

Ma in quel momento si era disperati. E si decise di puntare sui genitori. Dei due fu il papà quello individuato come il più compatibile. E al Bambino Gesù di Roma si procedette al trapianto e le cose si misero subito bene, perché il piccolo sembrava migliorare. Già a gennaio arrivavano bollettini medici rassicuranti. E ora si può esultare come per una partita vinta, olé. «Alex è ufficialmente guarito - dice Franco Locatelli, primario del Dipartimento di oncoematologia e terapia cellulare e genica dell'ospedale Bambino Gesù - il suo sistema immunitario è sano. È un traguardo enorme per il tipo di trapianto e per il caso molto difficile. E la soddisfazione é enorme». Il piccolo, dimesso dall'ospedale il 24 gennaio scorso, «sta molto meglio».

I controlli sono stati pure diradati: avrebbero dovuto svolgersi ogni settimana, sono stati previsti ogni quindici giorni.

E quindi Alex, torna a Londra. Mamma e papà vogliono tornare a una vita normale. Tu fai il bravo, non farli arrabbiare. E pensa ogni tanto alle decine di migliaia di genitori che lascerai qui in Italia.

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