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Alfano s'inventa lo schiavismo «I migranti lavorino gratis»

Scivolone del ministro: cita una circolare secondo cui si può impiegare chi sbarca ma il testo lo smentisce ed è polemica. Intanto scoppia la rivolta dei prefetti per i tagli

Alfano s'inventa lo schiavismo «I migranti lavorino gratis»

A rrivano gli «immigratis». L'ultimo parto della fervida fantasia del ministro dell'Interno Angelino Alfano è una soluzione creativa per restituire appeal al popolo dei barconi. Ossia, trasformare migranti e richiedenti asilo in manodopera a costo zero per gli enti locali.

Una mossa che secondo Angelino potrebbe, chissà, far breccia tra i cuori di pietra di quei sindaci e governatori finora poco propensi a concedere i propri territori per far fronte all'emergenza umanitaria, spingendoli sulla retta via dell'accoglienza, ma in cambio dello sfruttamento degli «immigratis». I quali, sembra di capire, sarebbero costretti a lavorare per il puro piacere di farlo in base alla circolare del Viminale che lo prevede, o forse spinti dal duro monito del ministro che ieri ha sbottato: «Invece di star lì a far nulla, che li facciano lavorare».

Perché fino a ora questa «circolare che permette di far lavorare gratis i migranti» non sia stata mai applicata, però, Alfano non lo spiega, così come non spiega che tipo di prestazioni verrebbero richieste agli stranieri ospiti dei centri d'accoglienza, se siano facoltative o se invece quello che ha in mente l'uomo che guida il Viminale è una reintroduzione dei lavori forzati. La dichiarazione ha tutta l'aria della scivolata. E infatti l'uscita di Alfano ci mette poco a sollevare polemiche. «Alfano riscopre lo schiavismo. Lavoro gratis agli immigrati uguale a più disoccupazione per gli italiani», twitta la parlamentare azzurra Daniela Santanchè, mentre il capogruppo alla Camera di Sel Arturo Scotto ringhia un «si vergogni» e persino Salvini si indigna. Anche dal punto di vista giuridico, gli «immigratis»/schiavi evocati dal ministro sembrano improbabili.

«È una cosa che non sta né in cielo né in terra», sospira Fulvio Vassallo Paleologo, professore di Diritto d'asilo all'università di Palermo. «Alfano può fare tutte le circolari che vuole, ma io conosco leggi e direttive dell'Unione europea e dico che è illegittima e che, nel caso, la impugneremo. Molti migranti sarebbero felicissimi di lavorare, ma certo non gratis e non per forza: nemmeno i detenuti fanno più i lavori forzati. Il ministro semmai - conclude - si occupi delle persone sfruttate e abusate al di fuori dei centri di accoglienza, a cominciare dal Cara di Mineo, in Sicilia, che lui conosce bene».

Quando in serata l' Ansa rende pubblica la circolare, diventa chiaro che il documento ha ben poco a che vedere con le parole di Alfano. Si parla di «volontariato» rivolto solo ai richiedenti asilo interessati a unirsi spontaneamente a qualche associazione per «favorire l'integrazione». Tutto qui. Il ritorno dello spettro della schiavitù sembra sventato.

Se non altro, con la sua opinabile esternazione Alfano ha distolto l'attenzione da altre magagne e problemi che lo riguardano. Una bella gatta da pelare, per esempio, gli soffiava sul collo proprio ieri: la «rivolta» dei prefetti. Il braccio operativo del ministero sul territorio non lamenta di dover lavorare gratis, semmai male, e contesta in particolare il «ruolo unico» previsto dalla riforma Madia (dalla quale, peraltro, il governo sembra orientato a escluderli con un emendamento). Così, in piena emergenza immigrazione, prefetti e funzionari prefettizi hanno manifestato «sconcerto e malessere» per la «profonda disattenzione» nei loro confronti, anche da parte dell'amministrazione.

E soprattutto, parlando di «collasso» del «sistema accoglienza dei migranti», ieri hanno disertato proprio l'incontro sull'immigrazione col ministro al Viminale, organizzando per oggi un'«assemblea di mobilitazione» alla quale è stato invitato anche Angelino Alfano. Che sarà reduce da un'altra giornata di polemiche al vetriolo.

Va da sé, gratuite.

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