Allarme bambini: ricoverati in salita e boom di contagi. "Servono i vaccini"

Da luglio più casi nella fascia 3-11 anni. In totale 10 le vittime under 12. Veneto, un neonato in terapia intensiva: la madre positiva, non era immunizzata. Vaia: "Aspettiamo Fda e Ema". Rasi: "Vanno protetti"

Allarme bambini: ricoverati in salita e boom di contagi. "Servono i vaccini"

Sono i più piccoli adesso a destare preoccupazione nelle infezioni da coronavirus. Aumentano i casi aggravati da complicanze e i dati inducono gli esperti a consigliare la profilassi anche per i più piccoli. Guido Rasi, consulente del commissario Figliuolo, ribadisce che i bambini devono essere vaccinati «innanzitutto per loro stessi, perché cominciano a esserci casi preoccupanti, c'è una fascia molto vulnerabile che va dai 3 agli 11 anni. Che è normale, è l'età in cui hanno bisogno di fare esperienza immunitaria ma quella del Covid potrebbe essere molto dannosa». E anche Franco Locatelli, coordinatore del CTS e pediatra, si è sempre detto favorevole al vaccino antiCovid in età pediatrica

Dei 17.312 nuovi casi nella fascia 0-19 anni, poco più della metà interessa gli under 12, con un rallentamento della crescita dell'incidenza negli over 20 a partire da inizio agosto, quando è iniziata una campagna più mirata ai giovani. Una situazione che raggiunge in queste ore una apprensione massima, per le gravi condizioni di un neonato, venuto alla luce con il Covid e ricoverato nella terapia intensiva di un ospedale del Veneto. La mamma non vaccinata aveva contratto il virus ma nel frattempo si era negativizzata. Anche in questo caso i medici stanno consigliando la vaccinazione in gravidanza, alla luce di numerosi studi che ne confermano la necessità. Secondo il Focus dell'Iss, dei 17.312 nuovi casi diagnosticati e segnalati nella popolazione 0-19 anni nel periodo 30 agosto-12 settembre, 190 sono ospedalizzati, 2 ricoverati in terapia intensiva e nessun deceduto. Dalla seconda decade di luglio si è osservato un aumento in percentuale dei casi nelle fasce di età più giovani (3, 3-5, 6-11 anni) a discapito delle fasce 12-15 e 16-19. Dall'inizio dell'epidemia fino al 15 settembre sono stati riportati al sistema di sorveglianza integrata Covid 741.356 casi confermati e 33 decessi nella popolazione 0-19 anni. Del totale, 57.797 casi sotto i 3 anni con 6 decessi; 72.994 nella fascia 3-5 con 4 decessi; 170.655 casi 6-10 anni e 6 decessi; 131.638 casi 11-13 anni e 7 decessi; 308.272 casi 14-19 anni e 10 decessi.

Numeri che si inseriscono nel dibattito sull'opportunità di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni e che solo apparentemente sembrano portare gli esperti su posizioni divergenti. Il punto centrale per tutti infatti ruota sul parere delle Agenzie regolatorie americana ed europea. Francesco Vaia, direttore dell'Inmi Spallanzani di Roma avverte: «Non sempre ciò che si legge nei comunicati stampa delle aziende corrisponde a studi severi e condivisi dalla comunità scientifica. Eviterei in assenza di un parere autorevole delle Agenzie regolatorie di intervenire da subito su una fascia di popolazione così sensibile». Al quale fa eco Stefania Salmaso, epidemiologa dell'Associazione italiana di epidemiologia (Aie): «Ancora non ci sono abbastanza dati».

Dunque la questione si basa sulla necessità di aspettare «la disposizione formale di Fda ed Ema, e di consolidare anche i dati, ampliando il campione - sottolinea Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano - i numeri, infatti, sono interessanti. Sicuramente è un primo campione non grossissimo ma direi significativo». Lo studio ha coinvolto nella fase 2/3 2.268 bambini tra i 5 e 11 anni che a 3 settimane di distanza hanno ricevuto in 2 dosi una porzione di quanto viene inoculato agli adulti: 10 microgrammi invece di 30.

«Tra questi c'è anche mio figlio Nicolas annuncia il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta -. I principali risultati dello studio indicano una efficacia nel generare anticorpi neutralizzanti il virus pari a quella dimostrata dallo stesso vaccino nella fascia di età superiore».

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