Allarme in farmacia Azitromicina finita. "Ma contro il Covid non serve a nulla". Sospetti sui No Vax

La denuncia dell’Aifa: "Farmaco prescritto fuori dalle indicazioni". Un mese di ricoveri dei non vaccinati è costato 143 milioni

Allarme in farmacia Azitromicina finita. "Ma contro il Covid non serve a nulla". Sospetti sui No Vax

«La carenza attuale di azitromicina non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste». È l'Agenzia del Farmaco, Aifa, a ribadire che gli antibiotici non sono indicati per la cura del Covid. Eppure a due anni dall'inizio della pandemia evidentemente c'è chi continua a prescriverli. Negli ultimi giorni la carenza dell'antibiotico Zitromax in tutte le farmacie è diventata un caso anche perché sembra dovuta a una corsa all'accaparramento legata all'aumento dei contagi da coronavirus. Accaparramento dovuto al panico, ma assolutamente privo di fondamento scientifico visto che questo farmaco non è indicato nelle terapie per la cura di Sars Cov2.

L'azitromicina (questo il principio attivo del farmaco in commercio come Zitromax o nei generici) da settimane è introvabile e Federfarma ha segnalato la difficoltà di approvvigionamento sia all'Aifa sia al ministero della Salute. Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, spiega che «da alcune settimane c'è una carenza evidente nelle farmacie italiane che non riescono ad approvvigionarsene se non in quantità estremamente limitate». Il farmaco può essere erogato soltanto dietro prescrizione medica e Tobia conferma che molti clienti specificano di aver avuto la ricetta dal medico «per la terapia Covid». Ma nessun protocollo per la cura del Covid prevede la somministrazione di azitromicina. L'Aifa quindi richiama «tutti, prescrittori e cittadini, alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate». Oltretutto all'uso improprio degli antibiotici, che alla lunga ha provocato l'antibioticoresistenza di alcuni batteri più aggressivi, vengono attribuite migliaia di morti ogni anno. L'Aifa nella nota sottolinea che «utilizzare gli antibiotici con attenzione e prudenza deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale, come principale arma di contrasto al problema della resistenza agli antibiotici».

Impiegare l'azitromicina indiscriminatamente nella terapia per il Covid dunque non soltanto è inutile è anche dannoso. «L'azitromicina, e nessun antibiotico in generale, è approvato, né tanto meno raccomandato, per il trattamento di Covid-19» insiste l'Aifa che fin dai primi casi di Sars Cov2 «ha scoraggiato fortemente l'uso dell'azitromicina per il Covid. Come ampiamente dimostrato da numerosi e ben condotti studi clinici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, non vi è alcuna evidenza che l'utilizzo dell'azitromicina abbia un effetto protettivo sulla evoluzione di Covid-19, né in termini di riduzione della trasmissione, né dei tempi di guarigione, o della mortalità. Esistono evidenze chiare e inequivocabili per non utilizzare più in alcun modo azitromicina o altri antibiotici nel trattamento del Covid-19, come chiaramente indicato da tutte le linee-guida internazionali per il trattamento dell'infezione da Sars Cov2».

E visto che «gli antibiotici non sono efficaci per il trattamento di nessuna infezione virale, inclusa l'influenza stagionale» gli esperti denunciano che «l'uso indiscriminato dell'azitromicina o di ogni altro antibiotico, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, espone al duplice rischio di creare condizioni di carenza di antibiotici per i soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche e di aumentare il rischio di diffusione di batteri resistenti agli antibiotici».

La carenza è dunque un problema per chi ha davvero bisogno di questo antibiotico visto che Pfizer ha fatto sapere che Zitromax tornerà disponibile soltanto a fine febbraio.

Ma perché questa corsa? L'ipotesi è che siano sopratutto le persone scoperte, non vaccinate, a cercare di proteggersi con i farmaci, sbagliando. Quello dei No Vax resta un problema aperto.

L'ultimo Report di Altems, l'Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, evidenzia come negli ultimi 30 giorni le mancate vaccinazioni anti-Covid (ciclo completo e booster) in Italia siano costate al Servizio sanitario nazionale oltre 143 milioni di euro in ricoveri altrimenti evitabili.

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