Coronavirus

Allarme terapie intensive. Sei le Regioni già a rischio

Dopo l'ospedale Sacco di Milano, anche lo Spallanzani di Roma ha dato inizio alla metamorfosi Covid. Da ieri l'istituto accetta solamente casi di coronavirus, con una riconversione che non poteva essere rimandata nemmeno di un giorno.

Allarme terapie intensive. Sei le Regioni già a rischio

Dopo l'ospedale Sacco di Milano, anche lo Spallanzani di Roma ha dato inizio alla metamorfosi Covid. Da ieri l'istituto accetta solamente casi di coronavirus, con una riconversione che non poteva essere rimandata nemmeno di un giorno. E se i due baluardi per eccellenza delle malattie infettive, che per primi avevano accolto i primi casi sospetti a febbraio, ridisegnano i reparti, significa che la portata dei numeri dei contagi da ricovero (quindi non quelli lievemente positivi) sta assumendo un certo peso.

D'accordo che il boom nel numero dei contagi non significa per forza ospedale o respiratore, ma bisogna tenersi pronti per non trovarsi ancora una volta con i posti insufficienti.

Eppure, proprio nei giorni in cui la crescita delle ospedalizzazioni preoccupa (non poco) gli esperti, emerge che l'atteso aumento dei posti di terapia intensiva (fino a 9.300) è un po' inguaiato. Almeno 3mila posti, per i quali il governo ha stanziato i fondi, sono ancora da realizzare. Per questo molte Regioni sono già vicine al limite della saturazione dei posti in rianimazione, se si considerano quelli strutturali e quelli aggiunti e riservati solo ai pazienti Covid.

Intanto i ricoveri in terapia intensiva crescono: nelle ultime 24 ore il ministero della Salute ha registrato 52 nuovi pazienti in rianimazione. Il totale in Italia è ora di 638 persone, e 6.178 ricoverati con sintomi.

Allo Spallanzani ci sono già 25 (su 203) che necessitano di terapia intensiva e al momento la capienza è al 60-70%. La situazione - a quanto riferito dal personale medico - è tuttavia «gestibile», grazie ai posti creati nei mesi scorsi e ai preparativi pre seconda ondata.

La Lombardia procede per moduli e, appena sarà superata la soglia dei 400 contagi da terapia intensiva, attiverà altre 12 strutture dedicate al Covid, compresa la Fiera di Milano, dove sono utilizzabili 211 posti. Una delle situazioni che più preoccupano è la Campania. «Dobbiamo garantire la disponibilità di posti letto ma non facile - spiega il governatore Vincenzo De Luca -. Già oggi siamo costretti a eliminare tutta una serie di attività secondarie e d'ora in avanti garantiremo solo gli interventi salvavita. Tutto quello che può essere rinviato sarà rinviato».

Da tenere d'occhio giornalmente il tasso di saturazione dei reparti che, anche se potenziati grazie al piano Arcuri, in alcune zone rischiano di essere occupati con velocità.

«L'Abruzzo ha saturato il 150% dei posti letto aggiuntivi effettivamente implementati» riferisce un report di Altems (Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'università Cattolica) specificando che la regione «ha già esaurito la capacità» e si «stanno utilizzando i posti letto di terapia intensiva in dotazione strutturale per rispondere alle esigenze dei malati Covid-19».

Si avvicinano, invece, alla saturazione della capacità massima - riporta ancora il report Altems - Piemonte (83%), Marche (67%), Campania (66%), Toscana (65%) e Sardegna (63%).

Le altre regioni italiane non presentano al momento particolari criticità, con tassi di saturazione della capacità lontani dal valore massimo. Si segnala che l'Umbria registra un tasso di saturazione pari a zero poiché al momento non ha implementato alcun posto aggiuntivo.

Dallo stesso rapporto, emerge anche che, per quanto riguarda la app Immuni si segnala un significativo trend in crescita a partire dal 2 ottobre 2020.

In particolare, si segnala un differenziale dei download pari a più 1,1 milioni nella settimana dal 6 ottobre al 13 ottobre.

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