
Alle 8,48 di ieri Dario Mattiauda ha visto un piccolo braccio muoversi tra i rovi e le erbacce di un casotto che si trova ai piedi di un ripetitore, vicino all'autostrada. Era quello di Allen, il bambino di cinque anni sparito 36 ore prima da un campeggio in località Latte a Ventimiglia. Quando ha visto quel braccio Dario ha chiamato Edoardo e Matteo, gli altri volontari dell'associazione Riviera dei Fiori che con lui stavano partecipando alle ricerche e li ha guidati nel punto in cui il bambi si trovava. "Era nel bosco, a margine di un vallone, rannicchiato tra roveti ed erbacce. Fermo. Non ha detto niente, ha solo alzato un braccio come per toccarsi il naso. È stata un'emozione unica perché abbiamo visto che era vivo", racconta Dario.
I tre hanno subito avvertito il 112, poi, dopo essersi accertati che il piccolo non fosse gravemente ferito lo hanno preso, lo hanno abbracciato commossi e lo hanno condotto immediatamente a Latte, dove i medici lo hanno visitato, trovandolo spaventato e disidratato ma sano e salvo. Poi il piccolo ha potuto riabbracciare i genitori, felici come fosse nato una seconda volta. "Grazie a tutti, è andata benissimo, molto. Grazie, vi ringrazio, grazie", ha detto papà Bernardo. Il piccolo è poi rimasto, come comunica la Asl di Imperia, "in osservazione presso l'ospedale di Imperia, reparto di Pediatria del Gaslini diffuso".
Al ritrovamento del piccolo avrebbero contribuito anche Hilda e Gemma, due Bloodhound, cani molecolari senza divisa addestrati da due famiglie di Ventimiglia, che avrebbero aiutato a portare i soccorritori vicini all'area del ritrovamento. Fondamentale sarebbe stato anche l'apporto dello psicologo Roberto Ravera al quale il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo ha chiesto un consulto per capire i comportamenti che avrebbe potuto avere un bambino autistico di cinque anni in quelle condizioni. Secondo lo psicologo il piccolo, avendo paura dei rumori, certamente avrebbe scelto di nascondersi in un luogo riparato e chiuso, come un cunicolo e come in fondo era quello dove si era rannicchiato.
Allen era sparito attorno alle 19,15 di venerdì 11 luglio mentre il padre stava montando la tenda. La famiglia di origine filippina, padre, madre e due figli (c'è anche Bea Paola, di diversi anni più grande di Allen), che vive a Torino dove papà Bernardo gestisce il servizio di portineria di un palazzo in corso Re Umberto, era infatti appena arrivata nel campeggio Por la Mar in località Latte di Ventimiglia. Tutto è accaduto in pochi minuti. Allen ha preso a camminare ed è uscito dalla struttura senza che nessuno si accorgesse di nulla. Immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza del camping lo mostrano camminare con passo allegro e inconsapevole verso la sua odissea.
Il ritrovamento di Allen è il risultato di un impressionante gioco di squadra. Di ora in ora gli uomini delle forze dell'ordine, gli esperti, i volontari che battevano metro per metro l'area al confine con la Francia erano diventati centinaia.
In quelle lunghe ore di cattivi pensieri tutto è stato tentato: elicotteri, droni con visori notturni, cani molecolari, speleologi, sommozzatori, perfino degli altoparlanti che riproducevano la voce della mamma e del papà del bimbo, e dei megafoni con cui gli genitori trasmettevano le sue canzoncine preferite. Alla fine decisivi sono stati l'occhio umano, un braccino alzato, l'intuizione di uno psicologo. La felicità alle volte è un abbraccio forte forte di prima mattina.