Gli allevatori provano a bloccare il calcio

I pastori dai giocatori del Cagliari per chiedere loro di non giocare a Milano

Andrea Cuomo

La Francia ha i gilet gialli, la Sardegna i gilet di lana. I pastori dell'isola che da giorni protestano per il prezzo del latte troppo basso ieri hanno vissuto il loro «samedi jaune», il loro sabato giallo. Bloccando mezza Sardegna. E arrivando ad Asseminello, al centro sportivo del Cagliari Calcio, per parlare con i giocatori e ottenere la solidarietà alla loro battaglia. L'idea era quella di evitare che la squadra rossoblù partisse per Milano, dove oggi giocherà al Meazza contro il Milan. «Pensate a cosa scriverebbero i giornali - dice uno di loro -. Gara rinviata per neve? No, rinviata perché gli industriali del formaggio hanno fatto cartello sul nostro latte». Tutto quello che gli allevatori hanno ottenuto è una blanda solidarietà da alcuni dei calciatori. Nicolò Barella, sardo e leader della squadra, ha rovesciato del latte per terra, in quello che è diventato il gesto di protesta per eccellenza dei pastori. Un video postato sul sito dell'Unione Sarda mostra un imbarazzato leonardo Pavoletti, fermato alla guida della sua auto all'ingresso della struttura, che balbetta qualche parola di solidarietà: «Io sono dalla vostra parte, fate bene a protestare, fossi in voi farei lo stesso. Ma noi che cosa c... possiamo fare?».

Il problema sono quei 60 centesimi dati agli allevatori per ogni litro di latte, considerati da essi insufficienti e perfino insultanti. Così nell'Ogliastra gli allevatori hanno bloccato la statale 125, la cosiddetta Orientale Sarda, all'altezza dello svincolo di Cardedu. Stessa scena sulla strada statale 131 all'altezza di Giave, in provincia di Sassari. «Un blocco - spiega Simone Testoni del sindacato Ugl - per rivendicare 10 centesimi in più a litro. Sarà il nuovo tavolo di trattativa, convocato per mercoledì prossimo a deciderlo». A Gonnesa, nei pressi di Carbonia, l'allevatore Pietro Casula ha regalato il suo latte ad alcune famiglie poco abbienti, presto imitato da alcuni colleghi. «Con 60 centesimi al litro non riusciamo neanche a sfamare le pecore, tanto vale regalarlo a chi ne ha bisogno», il messaggio. A Gonnosfanadiga è andata in scena la protesta «gentile», con gli allevatori che si sono dati appuntamento sotto al palazzo del Municipio armati di fornelli, bombole e pentoloni e hanno prodotto la cagliata, che hanno poi distribuito verso l'ora di pranzo ai passanti e ai guidatori delle auto in transito. Dovunque nell'isola pastori e allevatori hanno rovesciato il latte per strada, facendosi riprendere in video poi postati sui social. A Tertenia alcuni manifestanti hanno rovesciato barili su barili colorando di bianco la strada. Nel Medio Campidano, gli allevatori locali si sono ritrovati davanti a un caseificio nella zona industriale di Villasanta, fra Sanluri e Furtei, «picchettando» l'azienda. E ieri alcune autocisterne sbarcate a Olbia e a Golfo Aranci provenienti da Livorno per essere riempite di latte sono state scortate da alcune auto dei Carabinieri.

I rappresentanti degli allevatori chiedono un prezzo di almeno 0,77 euro al litro, mentre le imprese chiedono di «recuperare le condizioni di serenità» ma non prendono impegni precisi. In Sardegna, come ricorda in una nota Coldiretti, si trova il 40 per cento delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60 per cento alla produzione di pecorino romano dop.

In Sardegna ci sono quasi due pecore ogni abitante, ma negli ultimi dieci anni sono spariti almeno un milione di capi «per colpa di scelte industriali irresponsabili». «Senza pastori la Sardegna muore», è il grido di battaglia degli allevatori.

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