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Le ultime manovre del "Fronte del No"

Ma allontanare la data favorisce la riforma

Le ultime manovre del "Fronte del No"
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Chiedere un referendum su una legge già sottoposta a referendum, con l'unico - e dichiarato obiettivo - di rinviare il più possibile il voto degli italiani sulla riforma della giustizia e la separazione delle carriere: questa è l'ultima mossa del "fronte del No", che sta raccogliendo le firme online sul sito del ministero della Giustizia in calce ad una richiesta di referendum popolare. Che però sarebbe un doppione dei referendum già chiesti dai parlamentari di maggioranza e di opposizione, e per i quali il governo si accinge a fissare la data del voto. Secondo i promotori, se venissero raccolte le 500mila firme necessarie tornerebbero a contarsi dal loro deposito i termini per indire la consultazione popolare. Quindi si andrebbe a metà aprile o oltre, ben aldilà della data cui il governo lavora.

"Sprovvisto di argomenti seri, il fronte del No avvia una raccolta firme utile solo a buttare la palla in tribuna, sperando che gli elettori si stufino - dice al Giornale Gian Domenico Caiazza, presidente del comitato Sì Separa - ma venti giorni in più o in meno non cambiano nulla, anzi ci aiutano a smascherare meglio le bugie degli avversari della riforma". Proprio questo è infatti il paradosso: mentre Anm e alleati si mostrano convinti di convincere gli elettori che la riforma è un obbrobrio, più tempo passa e più nei sondaggi crescono gli elettori pronti a votare Sì, e contemporaneamente aumentano le crepe nel muro degli oppositori, con magistrati di primo piano che si schierano per la riforma. Ultimo nome: Vitaliano Esposito, ex pg della Cassazione, che in un libro appena uscito sottolinea la necessità di un "muro di sicurezza" tra magistratura giudicante e pubblica accusa. Il distacco tra i due mondi, dice Esposito, in un processo accusatorio come quello italiano "costituisce elemento strutturale a quel processo in un sistema democratico". Un endorsement che si aggiunge a quello di Luigi Salvato, anche lui ex pg di Cassazione, che ha aderito ai comitati per il Sì.

Nel frattempo, un sondaggio di Porta a Porta dice che il distacco tra il Sì e il No in un mese è passato da 12 punti a 16: con il Sì al 58 per cento. E il No fermo a 42: col rischio che tirare in lungo serva all'Anm solo a rinviare l'appuntamento con la sconfitta.

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