"Allora trovi un'altra soluzione". L'ira di Salvini e Di Maio su Tria

Il ministro dell'Economia contro i minibot: "Non servono". La dura replica dei vice premier: "Urgente pagare i debiti della Pa"

"Allora trovi un'altra soluzione". L'ira di Salvini e Di Maio su Tria

"Allora trovi un'altra soluzione...". I vice premier non nascondono l'insofferenza che provano in queste ore per il ministro dell'Economia Giovanni Tria che ha preso le distanze dall'idea di emettere i minibot per pagare i debiti dello Stato. "In un'interpretazione, quella del debito, non servono - ha detto durante il G20 in Giappone - nell'altra (cioà che siano una valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti". Una chiusura tanto netta che ha infastidito sia Matteo Salvini sia Luigi Di Maio che l'hanno invitato a tirarsi su le maniche e a "trovare un'altra soluzione" per far fronte ai buchi creati dalla pubblica amministrazione.

Dalla Bce alla Confindustria sono numerosi i "no" che in queste ore stanno arrivando alla proposta avanzata dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti sull'impiego dei minibot per pagare i debiti arretrati che lo Stato non riesce a saldare. La chiusura netta di Tria ricalca sostanzialmente quella espressa dal presidente della Bce, Mario Draghi, che giovedì aveva dichiarato che i minibot "o sono un'altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito. Non vedo una terza possibilità". Da Rapallo anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha ribadito oggi il proprio "no": "I minibot sono uno strumento della finanza, lo stiamo dicendo da tempo che non è opportuno incrementare il debito pubblico del Paese". All'interno del governo, però, l'intento è di andare avanti. A volere i minibot sono sia i leghisti sia i Cinque Stelle, in una unità di intenti che non si vedeva da parecchio tempo a questa parte.

Sullo strumento dei minibot, Salvini non è perentorio. Non dà ultimatum. "Si può discutere - spiega - è una proposta...". Ma sul fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie, debiti che tra l'altro risalgono a governi e anni precedenti, non ammette passi falsi. "Deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell'Economia - tuona - è una questione di giustizia". Dello stesso avviso anche Di Maio: "Ci sono migliaia di aziende che aspettano ancora di essere pagate dallo Stato e non è accettabile - scrive su Facebook - anche perché, quando è un privato a non onorare i pagamenti, poi ne fa le spese, quindi non vedo perché lo Stato se ne debba approfittare". La sparata di Tria dal Giappone non è piaciuta nemmeno a lui. "Il ministero dell'Economia dice che è sufficiente pagare le imprese, allora lo faccia. O che studi un piano per iniziarlo a fare!", lo incalza.

"Perché qui - sottolinea poi - stanno sempre tutti zitti, fermi, immobili, poi appena qualcuno propone qualcosa si svegliano e dicono 'ah, no, non si può fare'. Se lo strumento per pagare le imprese non è il minibot, il ministero dell'Economia ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche".

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