Altri guai per Emiliano: assessore rischia gli arresti

Corruzione, turbativa e frode in Puglia: il pm chiede i domiciliari per Delli Noci. Il governatore: "Ho fiducia"

Altri guai per Emiliano: assessore rischia gli arresti
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Un altro terremoto giudiziario scuote la Regione Puglia. Una presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, un sistema clientelare che avrebbe gestito a proprio piacimento i fondi regionali per le imprese, in cambio di pacchetti voti.

La Procura di Lecce ha chiesto gli arresti domiciliari per l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, eletto nel 2020 con 17mila preferenze - e proprio quei voti sono ora sotto la lente dei magistrati -, chiamato in giunta dal governatore Michele Emiliano. L'interrogatorio preventivo, come prevede la nuova riforma sulla custodia cautelare di Nordio, è fissato per l'11 giugno. L'inchiesta, condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di Finanza di Lecce, oltre alla corruzione ipotizza anche turbativa e frode nella gestione dei finanziamenti pubblici, attraverso i «Pia», (Programmi integrati di agevolazione alle piccole e medie imprese).

Di fatto sotto accusa c'è una gestione opaca degli strumenti della Regione per le aziende. Per i pm, un imprenditore, Alfredo Barone, avrebbe messo a disposizione di Delli Noci pacchetti di voti alle urne del settembre 2020 in cambio di favori. Tra la trentina di indagati c'è anche altro imprenditore di Lecce, Marino Congedo, e poi Maurizio Laforgia, figlio del presidente di Acquedotto pugliese, ed ex rettore dell'Università del Salento, Domenico Laforgia (non indagato), Angelo Mazzotta, responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Lecce.

Secondo la Procura, Delli Noci nel suo ruolo di vicesindaco e assessore comunale fino al novembre 2020, e poi come assessore regionale con delega allo Sviluppo economico, sarebbe stato «punto di riferimento politico» e «stabilmente a disposizione del centro di potere imprenditoriale presidiato da Barone, Congedo e Marino Laforgia», quest'ultimo definito «faccendiere-lobbista». La presunta associazione avrebbe avuto un'ampia rete di contatti tra i pubblici amministratori e avrebbe «condizionato l'azione dell'apparato amministrativo del Comune e della stessa Regione, fornendo direttive e specifiche indicazioni, facendo anche pressioni». Un sistema che per i magistrati avrebbe «bulimizzato ogni opportunità di crescita e di sviluppo per il territorio salentino sacrificando gli interessi effettivi della collettività». Con «un'attitudine alla gestione della cosa pubblica» da parte di politici da un lato e di imprenditori dall'altro, «quasi che l'unica modalità possibile di approccio non possa che essere un metodo illecito», scrivono i pm. Per undici indagati sono state chieste misure cautelari, ma solo dopo gli interrogatori preventivi si deciderà se accogliere la richiesta di arresto. La Procura aveva evidenziato come sussistessero i presupposti per saltare il passaggio degli interrogatori preventivi dato il pericolo concreto di inquinamento probatorio da parte degli indagati, che avrebbero dimostrato una capacità di «manipolazione della realtà». Ma il gip non ha accolto.

«Abbiamo fiducia nella giustizia e abbiamo fiducia in Alessandro Delli Noci - commenta il governatore Emiliano - Aspettiamo di conoscere gli atti processuali e la sua difesa.

Le procedure giudiziarie sono necessarie per conoscere la verità e auspichiamo che arrivino a conclusioni certe nel tempo più breve possibile». L'assessore Delli Noci commenta: «Attendo di conoscere le accuse per poter chiarire al più presto la mia estraneità».

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