Altro che corano: citiamo il Padre Nostro

A un terrorista islamico che puntandoti il mitra ordina di recitare versetti coranici, chiunque di noi, laico o fedele che sia, dovrebbe rispondere con le parole del Padre Nostro, che è preghiera di libertà e carità

Altro che corano: citiamo il Padre Nostro

E tre. Dopo l'aereo russo e la notte di Parigi, lo stragismo islamico fa tappa in Africa, a Bamako, capitale del Mali. Nel grande hotel degli occidentali si contano i morti e in Europa si rinnova la falsa indignazione di chi a parole fa il duro ma in realtà si tiene ben alla larga dall'affrontare il nemico come si dovrebbe in una situazione come quella che stiamo vivendo. Fa paura pensare che una religione dichiari guerra agli infedeli, ma - coerentemente con quanto scritto nel Corano - è esattamente quello che sta accadendo.

Che non si tratti di tutto l'islam o solo di una parte, non so quanto minoritaria, è rebus che lasciamo agli esperti di statistica. Perché, per quanto riguarda la sostanza, i fatti parlano sempre più chiaro. Ieri a Bamako è successo che i terroristi hanno sottoposto 170 ostaggi all'esame di Corano: chi sapeva recitare i versetti del profeta ha avuto salva la vita, chi no è finito nella lista dei condannati a morte. In questa tragedia c'è una beffa atroce, perché se i terroristi islamici avessero voluto - per paradosso - graziare anche i conoscitori dei vangeli, credo che in pochi l'avrebbero scampata, tanta è l'ignoranza di un Occidente che si è voluto auto-scristianizzare in nome del multiculturalismo, fenomeno bello in astratto ma, nei fatti, bomba (in tutti i sensi) pronta a esplodere quando meno te lo aspetti, come infatti sta accadendo.

Non parlo della mancanza di fede, che è fatto personale. Parlo della consapevolezza della storia che ci ha generato, che invece dovrebbe essere patrimonio collettivo e collante di civiltà. A un terrorista islamico che puntandoti il mitra ordina di recitare versetti coranici, chiunque di noi, laico o fedele che sia, dovrebbe rispondere con le parole del Padre Nostro, che è preghiera di libertà e carità. Se non altro per dimostrare a questa gentaglia «come muore un occidentale» o «come muore un cristiano», sulla scia della celebre frase pronunciata in faccia al boia da Fabrizio Quattrocchi durante la guerra in Irak.

Ma forse è chiedere troppo. In un Paese dove Laura Boldrini è presidente della Camera non è tempo di eroi, è il tempo di coccole per i 200mila immigrati islamici «moderati» che in cuor loro tifano Isis. Che brutti tempi.

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