"Altro che leva, Pinotti pensi alla riduzione degli organici"

L'ex capo di Stato della Marina Giuseppe De Giorgi: no al servizio civile obbligatorio, costerebbe almeno 1,3 miliardi di euro

"Altro che leva, Pinotti pensi alla riduzione degli organici"

Roma Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, vuol rendere obbligatorio il servizio civile. Ma ai militari non va giù. L'ex capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, non usa mezzi termini: «Trovo assurdo che da una parte il ministro accetti senza combattere la riduzione degli organici delle forze armate e dall'altra proponga di spendere miliardi per creare un esercito civile».

Ammiraglio, come vede questa idea del ministro?

«Faccio due precisazioni. La prima: mi domando perché sia il ministro della Difesa a portare avanti questa iniziativa, visto che non dipende dal suo ministero. Secondo punto: la Pinotti avrà sicuramente analizzato, prima di uscire fuori con questa sortita, i costi. Noi abbiamo circa 35mila volontari, che ci costano, più o meno, 191 milioni di euro l'anno. Il ministro dice che dobbiamo allargare a tutta la popolazione abile alla leva, uomini e donne. Parliamo, quindi, di circa di 200mila persone, ovvero, di 1 miliardo e 300mila euro di costi. Questi soldi ci sono?».

Ecco, se ci fossero riterrebbe giusto utilizzarli per questo scopo?

«La sicurezza nazionale, in questo momento, ha una carenza immensa dal punto di vista delle risorse, soprattutto per quanto riguarda l'addestramento del nostro personale, la qualità della vita, gli stipendi. Penso alle difficoltà che hanno i gradi più bassi e poi a quelle categorie che fanno delle vite disagiate come il personale imbarcato, quello sui sommergibili, gli incursori delle varie forze armate, che fanno un lavoro estremamente difficile e percepiscono delle indennità superate. Perché il ministro, essendo a conoscenza delle difficoltà delle varie forze armate, non valuta di investire in questo settore?».

Quindi più risorse alle forze armate?

«Assolutamente sì. Mi viene in mente Mare sicuro che è stato ridotto in numeri importanti. Stiamo discutendo se togliere le navi dall'antipirateria. E' una cosa mai vista. E' opportuno che un servizio volontario si trasformi in un servizio obbligatorio? Con la leva c'era una struttura gerarchica, organizzata per motivare il personale. Il servizio civile obbligatorio mi sembra un'idea antica e inopportuna, perché funziona se c'è la volontà dell'individuo, non se c'è una costrizione che farebbe perdere di efficacia l'intero servizio. Non comprendo dove si voglia andare a parare».

Lei reintrodurrebbe il servizio di leva?

«No, il servizio di leva da un punto di vista tecnico, se non prevedesse almeno 18-24 mesi, non servirebbe a nulla, perché non ci sarebbe il tempo di addestrare personale a fare proprio lavoro. Non è così che può funzionare la leva. Può funzionare se i tempi fossero congrui per dargli una professionalità militare. Sarebbe molto meglio investire anche una parte minore di queste risorse per migliorare la carriera del personale graduato. E abbandonare il progetto, sbagliatissimo, di precarizzazione del personale portata avanti dal libro bianco».

Cosa non va nelle forze armate di oggi?

«Sarebbe necessario rivedere l'organizzazione delle stesse, la redistribuzione dei fondi tra le tre forze armate e ricominciare con un approccio che parta dalle minacce sul territorio e non dalle vecchie percentuali del proto-sabaudo, perché già Cavour aveva una visione illuminata, ma mi pare oggi sia cambiato davvero poco».

Il suo caso, legato alla questione «Tempa rossa» è stato archiviato. Che può dirci?

«Che non sono mai stato neanche interrogato. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione e il gip, il 30 marzo scorso, ha archiviato.

Su questo si è chiuso un capitolo doloroso nel silenzio più generale. L'unica cosa che possiamo osservare è che, mentre nella fase della gogna mediatica sono stato lapidato da tutti pubblicamente, adesso il silenzio colpevole regna sovrano».

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