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Un altro record di Conte: boom di case all'asta per la crisi economica

In sei mesi +63%. Bocciato l'emendamento Fdi che chiedeva lo stop al blocco degli sfratti

Un altro record di Conte: boom di case all'asta per la crisi economica

Si va verso un 2021 da record per le procedure di sfratto. Il trend è desumibile dal rapporto del Centro studi Sogeea presentato ieri in senato nel quale si evidenzia come il il numero delle case all'asta in Italia sia aumentato del 63,5% in sei mesi. Le procedure rilevate a fine 2020 erano infatti 15.146, a fronte delle 9.262 rilevate al termine del primo semestre.

Circa un terzo delle abitazioni in vendita (5.798 unità) si concentra nel Nord del Paese, macro-area in cui l'impennata delle procedure forzate è stata pari al 27,7%. Ancora più severo il dato del Mezzogiorno, ma la brusca risalita è trascinata dalle Isole, dove l'aumento si attesta al 284% (2.105 contro le 584 del semestre precedente) e del 113% nella parte peninsulare (3.027 contro 1.423). Grave la situazione anche al Centro dove si è verificato un aumento del 64%, con 4.216 immobili.

«Il quadro che ne scaturisce è quello di un Paese che fatica tremendamente a uscire dalla crisi notevolmente aggravata dalla pandemia»ha spiegato nella sua relazione Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro studi. Si può contestualmente ipotizzare, aggiunge, che «in tutta Italia le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stiano drasticamente aumentando, anche se gli istituti di credito sono diventati meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza, consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un'asta non le farebbe comunque rientrare dei prestiti».

Se si tiene conto che le aste immobiliari rientrano nelle procedure di espropriazione, le 25.408 vendite effettuate l'anno scorso riflettono un deterioramento del quadro economico complessivo pur in presenza del blocco degli sfratti efficace da marzo 2020. Nel 2019 si erano registrati circa 50mila provvedimenti, in linea con gli anni precedenti. Appena il divieto sarà eliminato, è probabile che si arrivi presto verso quota 100mila. «Cresce il numero di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti che sono riusciti a far fronte alle proprie difficoltà ma intaccando anche il patrimonio personale più prezioso: la propria casa», osserva Simoncini. La fascia di reddito medio-bassa ha pagato il prezzo della crisi: l'89% degli immobili andati all'incanto ha un valore inferiore a 200mila euro. Poco è stato risparmiato: sono andati inoltre all'asta: 4 castelli, 15 ospedali, 8 teatri e ben 17 conventi.

A fronte di questa evoluzione per nulla rassicurante, si registra un sostanziale stallo nel dibattito in Aula alla Camera sul dl Milleproroghe. È stato bocciato un emendamento di FdI che mirava a sbloccare gli sfratti relativi al periodo pre-pandemia, mentre si chiedeva il via libera all'esecuzione dei procedimenti antecedenti all'avvio dell'emergenza sanitaria (prima del 18 marzo 2020). La maggioranza ha votato contro, nonostante tutte le forze politiche siano intervenute a sostegno della necessità di tutelare anche gli interessi dei proprietari di un immobile il cui inquilino non paga il canone di affitto ma non può essere sfrattato. Prende piede la possibilità di corrispondere un indennizzo ai locatori e un sostegno agli inquilini.

Ma la discussione è a livello di ordini del giorno e, dunque, non immediatamente operativa.

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