Politica

Ambiente, infrastrutture Il piano Marshall liberale per far ripartire il Paese

Nel "Recovery ombra" forzista anche flat tax, giustizia più rapida e addio alla burocrazia

Ambiente, infrastrutture Il piano Marshall liberale per far ripartire il Paese

«Il Recovery Plan è davvero un'occasione irripetibile. Grazie all'Europa disporremo di 209 miliardi dei quali 82 di sovvenzioni a fondo perduto per la ricostruzione post-Covid: siamo di fronte al Piano Marshall del XXI secolo».

Inizia con questa premessa di Silvio Berlusconi - che suona come un monito - il «Piano di Forza Italia per il Recovery Fund». Un documento di oltre 250 pagine a cui hanno lavorato tutti i dipartimenti azzurri insieme ai tre gruppi parlamentari sotto il coordinamento di Giorgio Mulè e che punta a una «nuova rivoluzione liberale». Un ambizioso programma che rilancia l'esigenza di grandi riforme strutturali che passino anche e soprattutto attraverso innovazione e digitalizzazione.

Il piano azzurro viene illustrato da una mappa che suggerisce di destinare il 37% delle risorse alla «sostenibilità ambientale», con un approccio improntato a un «ambientalismo liberale, concreto e razionale». Un obiettivo da sviluppare in concreto attraverso il piano infrastrutture, il piano casa, il piano edilizia e il piano siderurgia. Il 20% delle risorse andrebbe invece dedicato alla «sostenibilità digitale», con investimenti in ricerca, innovazione e transizione digitale. Un'azione che avrebbe effetti concreti sulla Pubblica Amministrazione, la scuola, la giustizia, la sanità, la mobilità, le infrastrutture, le Pmi, le start-up e l'economia dello spazio. Senza dimenticare il turismo, lo sport e l'agroalimentare. Il restante 43% rientra nella macroarea della «resilienza economica», con quattro riforme inscritte nel Dna storico di Forza Italia: la riforma della PA, quella della giustizia, quella del fisco e quella del lavoro.

«La nostra idea è quella di utilizzare tutte le risorse disponibili nella quota italiana della RRF (Recovery and Resilience Facility), affiancata dalle altre risorse comunitarie (SURE, MES, garanzie BEI, fondi strutturali) per un deciso piano di rilancio dell'economia italiana» si legge nel documento. «Alla base di tutto dovrà esserci un'imponente riforma del mercato del lavoro che abbia al centro i giovani e il loro futuro: dovranno dunque essere destinate ingenti risorse alla formazione e all'adeguamento delle competenze rispetto alle esigenze delle imprese».

Naturalmente proposte e idee devono camminare su veicoli normativi e regolamentari snelli. Per questo «potrebbe essere utile prevedere l'istituzione di un organismo di compensazione tra le varie amministrazioni interessate alla fase esecutiva. Date le comprovate esigenze di urgenza, nell'avvio e definizione delle procedure ad evidenza pubblica, le stazioni appaltanti potrebbero operare in deroga al Codice nazionale degli appalti, applicando direttamente la normativa europea».

Gli spunti concreti sono molti. Per quanto riguarda la PA si chiede «un intervento urgente sui termini previsti dalla Legge 241/90 (relativa al Procedimento amministrativo), che dimezzi i termini amministrativi da 30 giorni a 15». Sul fronte giustizia Forza Italia fa notare che una riduzione della durata delle procedure civili del 50% accrescerebbe le dimensioni medie delle imprese manifatturiere di circa il 10%. «Una giustizia più rapida creerebbe 130mila posti di lavoro e circa 1.000 euro all'anno di reddito pro-capite, oltre a un rilevante impatto sulla realizzazione delle infrastrutture». Serve dunque «un approccio di lungo periodo con il rafforzamento dell'organico dei magistrati togati», «la permanenza in servizio fino al 75simo anno di età (o almeno fino al 72simo) dei magistrati» e «la riduzione della composizione dei collegi della Cassazione da cinque componenti a tre».

Sul fronte fiscale Forza Italia torna a chiedere la flat Tax al 15% e un patto fiscale con lo sconto fino al 40% delle cartelle esattoriali; il versamento di una quota forfettaria per il recupero dei 200 miliardi non versati dal 2000; l'adeguamento della tassazione in capo ai colossi del web e del tech al 15%, da cui si ricava un'entrata di 2,5 miliardi di euro annui; la riapertura dei termini della collaborazione volontaria per gli eredi e per il contante, sino a un importo massimo di 5 miliardi di euro annui; tagli alla «spesa inutile» per almeno 20 miliardi; revisione delle tax expenditures per 36 miliardi. Per quanto riguarda il welfare e il capitale umano Fi tra le proposte chiede la reintroduzione dei voucher, un piano per la natalità, l'aumento delle detrazioni delle rette per asili nido, scuola dell'infanzia e paritarie di qualsiasi grado. Il Piano, infine, non dimentica le grandi opere e prevede un volume importante di investimenti sia pubblici che privati: 90 miliardi per la sostenibilità ambientale, 50 miliardi per la sostenibilità digitale e 69 sul capitolo della resilienza economica.

Un volano di crescita e sviluppo fondamentale per la ripartenza dell'Italia.

Commenti