Ammazzata in casa a Budrio, torna l'incubo Igor

I carabinieri non parlano. Il sindaco: «Norbert Feher non c'entra». Ma il paese è terrorizzato

Ammazzata in casa a Budrio, torna l'incubo Igor

Omicidio in una villetta a Budrio, ed ecco tornare subito a materializzarsi il fantasma di Igor. Una donna di 65 anni è stata trovata morta accoltellata dentro casa, al piano terra di una villetta di campagna circondata da campi agricoli.

A dare l'allarme è stato il marito, che quando è rientrato ieri pomeriggio ha trovato nel tinello il corpo senza vita delle moglie. A scoprire le due ferite da arma da taglio, una sul petto e una sulla schiena, sono stati i sanitari del 118, intervenuti dopo la chiamata dell'uomo. E in tutto il paese ora torna l'«incubo Igor», il pluriassassino che qui si è macchiato di una serie di delitti. Ma che non è mai stato catturato.

La frazione dove è avvenuto il delitto è Armarolo di Budrio, via Luzzo. A indagare sono i carabinieri della Compagnia di Molinella, e la Scientifica che ha effettuato i rilievi, cercando di contestualizzare il delitto e capire l'arma usata.

«Credo proprio che Igor non c'entri assolutamente nulla, ma non sapendo nulla non riesco a fare nessun tipo di considerazione» dice il sindaco di Budrio, Maurizio Mazzanti. Armarolo di Budrio non è lontana dalla Riccardina, la frazione in cui la sera del 1 aprile Igor Vaclavic, al secolo Norbert Feher, ha ucciso il barista Davide Fabbri. Da allora il serbo è latitante.

La sera del primo aprile il killer entrò nel bar di Riccardina di Budrio imbracciando un fucile, Fabbri riuscì a disarmarlo e a percuoterlo con la stessa arma, ma poi, trascinato in uno stanzino, venne ucciso dal colpo di pistola. Secondo il medico legale questo fu esploso «entro i 25 centimetri di distanza o prossimo al contatto, con una marcata inclinazione dall'alto verso il basso», durante una lotta che provocò a Fabbri altre ferite «da difesa» su spalla e mani. Da allora di Igor si persero le tracce, nonostante una caccia all'uomo senza precedenti per il nostro Paese. Intanto le polemiche per quella mancata cattura non accennano a placarsi. Anche proprio nei giorni scorsi sonio stati rilanciati da un'«informativa interna» finita sul tavolo della magistratura. Pare infatti ormai certo che nei giorni immediatamente successivi all'omicidio del barista di Budrio, Davide Fabbri, «non ci fu comunicazione tra i carabinieri e la polizia». I militari del comando provinciale di Ferrara durante le riunioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza non condivisero le informazioni con le altre forze dell'ordine.

Il caso affiora da un atto depositato al gip di Ferrara contro l'archiviazione dell'esposto dei figli Di Valerio Verri (la seconda vittima del killer di Budrio), secondo i quali loro padre non doveva essere mandato allo sbaraglio nelle valli dove si nascondeva l'assassino.

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