"Anche Israele pronto a decisioni unilaterali. Quante bugie sulla fame"

La viceministra degli Esteri Sharren Haskel: "L'Onu ha i camion fermi. Preferisce sminuirci che nutrire i bambini"

"Anche Israele pronto a decisioni unilaterali. Quante bugie sulla fame"

"Se Macron e altri leader continueranno a fare passi unilaterali, anche per noi si aprirà l'opportunità di intraprendere passi unilaterali". Sharren Haskel, 41 anni, viceministra degli Esteri del governo israeliano di Benjamin Netanyahu, non fa fatica ad ammettere che nel prossimo futuro di Gaza e Cisgiordania si prospetta l'annessione da parte di Israele, specie dopo che diversi Stati hanno annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese.

Il ministro Smotrich sostiene che sia il momento più opportuno per annettere la Cisgiordania e Netanyahu avrebbe già pronto un piano per alcune aree di Gaza. È questo lo scenario?

"Il Parlamento israeliano ha votato pochi giorni fa una mozione perché si applichi la sovranità sulla Cisgiordania e sulla parte israeliana della Valle del Giordano. Se Macron e altri leader continuano a portare avanti posizioni nettamente pro-palestinesi, dimostrano di voler supportare le azioni di organizzazioni terroristiche come Hamas, e di volerle premiare con uno Stato, ci danno il permesso di avviare anche noi passi unilaterali".

Il segretario generale dell'Onu Guterres, dalla Conferenza di New York, sostiene che il riconoscimento dello Stato palestinese sia un diritto, non una ricompensa.

"Quella Conferenza è senza senso, non cambierà nulla. Le Nazioni Unite sono una barzelletta, non sono mai state efficaci in nessuna guerra. E adesso sono diventate strumento politico nelle mani degli islamisti radicali. Guterres è un pro-Pal con un approccio totalmente di parte. Guardate chi lo loda: Hamas e il regime iraniano. La gente deve capire da che parte stare. Se con i terroristi di Hamas o con Israele, un Paese dove tutte le minoranze possono vivere insieme in pace".

Il mondo è indignato per le immagini di fame a Gaza. Trump ha smentito Netanyahu che la negava. Farete di più?

"Sicuramente faremo di più. Ma sulla fame, le cito il caso de Il Fatto Quotidiano, il giornale che ha mostrato in prima pagina il piccolo Osama al-Raqab come simbolo della malnutrizione. È il messaggio e sono le immagini che la propaganda di Hamas vuole diffondere. Ma sono enormi bugie. Quel bimbo a giugno è stato mandato in Italia per curare la fibrosi cistica. Avete bisogno di media più autorevoli. Ma quasi tutte le informazioni che vengono diffuse su Gaza arrivano da Hamas. Sono diffuse da un'organizzazione terroristica e vengono pubblicate senza essere verificate".

Perché non lasciate entrare i media internazionali?

"Se andaste lì e vi uccidessero, chi sarebbe considerato responsabile? La comunità internazionale ci chiederebbe di proteggervi ma Hamas il 7 ottobre ha preso ostaggi di ogni nazionalità. Abbiamo dovuto rilasciare degli assassini per farli tornare liberi. Non è l'Ucraina, dove i giornalisti possono stare a Kiev, lontani al fronte. Gaza è quattro volte più piccola di Roma e se succedesse qualcosa, sarebbe sempre colpa nostra".

Anche ong e operatori umanitari denunciano il dilagare della fame.

"Fateci caso: oche ogni volta che si parla di fame a Gaza, le organizzazione si riferiscono sempre a una situazione futura. Parlano di minaccia imminente di carestia, di rischio fame, di scenari, non del presente. Netanyahu può affermare tranquillamente che non c'è fame a Gaza perché stiamo monitorando la situazione e ci stiamo assicurando che non ci si arrivi. Molte organizzazioni hanno fallito il compito della distribuzione di aiuti perché gran parte di loro collabora con Hamas a Gaza".

Si riferisce all'Onu?

"Le Nazioni Unite hanno trasformato una questione umanitaria in una politica. Per vedere chi è responsabile della crisi umanitaria, venga ai centri logistici dove ci sono centinaia di camion che non vengono ritirati. Noi rispettiamo il diritto internazionale, ma nessuno raccoglie quegli aiuti. Preferiscono sminuire la reputazione di Israele invece che portare sostegno ai bambini. Poi ovviamente c'è Hamas".

Ruba ancora gli aiuti?

"Con la Gaza Humanitarian Foundation ha perso il controllo. Ma durante l'ultima tregua, quando a Gaza sono arrivate tonnellate di aiuti, Hamas ha fatto così tanti soldi da aver pagato il 100% dei salari dei suoi uomini per la prima volta dal 7 ottobre e ha anche reclutato nuovi combattenti".

Anche due organizzazioni umanitarie israeliane denunciano il genocidio.

"Spazzatura. Menzogne totali. Queste organizzazioni si abbeverano solo a fonti di Hamas e sono più politiche che professionali. Le cito il caso dell'Iraq. Se la fonte fosse l'Isis, lei prenderebbe per buoni i dati che diffonde?".

A quando la fine del conflitto? Cosa può fermarlo e perché non è ancora successo?

"È molto semplice. La guerra è cominciata il 7 ottobre e finirà quando Hamas rilascerà gli ostaggi. Potevano farlo e si sono rifiutati. La colpa è solo loro.

L'inviato di Trump, Witkoff, ha cercato di mediare per mesi, ma ogni volta che Hamas raggiunge un traguardo, aggiunge nuove richieste. Per loro il valore più importante è la morte. Hanno compiuto il peggior massacro dall'Olocausto e quando ne avranno l'opportunità torneranno a massacrare civili, violentare bambini e bruciarne vivi i corpi".

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