Anche l'enoxaparina è un'arma contro il virus. Previene i rischi e riduce i giorni in ospedale

Con l'anticoagulante potenziato i sintomi migliorano nel 65% dei casi

Anche l'enoxaparina è un'arma contro il virus. Previene i rischi e riduce i giorni in ospedale

La pandemia, con tutta la sua scia dolorosa, ha spinto la ricerca medica ad accelerare lo studio di nuove armi terapeutiche. Non parliamo soltanto dei vaccini, che rappresentano la prima e più importante barriera contro il Covid, ma anche dei farmaci sperimentati nella cura dei pazienti. Uno di questi, balzato positivamente agli onori delle cronache è l'enoxaparina, una eparina a basso peso molecolare, farmaco salvavita utilizzato come anticoagulante in ambito chirurgico e rivelatosi efficace anche come terapia e prevenzione delle conseguenze letali del Covid, grazie alla sua azione antinfiammatoria. Come hanno infatti dimostrato le ricerche, l'infezione da SARS-CoV-2 è spesso accompagnata da un'importante coagulopatia, e le trombosi rappresentano una complicanza purtroppo assai grave e diffusa. Lo studio clinico InhixaCovid19, primo trial con enoxaparina approvato da Aifa nel 2020, aveva lo scopo di valutare sicurezza ed efficacia del farmaco, somministrato a un dosaggio innovativo, nel migliorare il decorso della malattia nei pazienti ricoverati in uno stadio da moderato a grave. La sperimentazione ha coinvolto 13 centri italiani ed è stata coordinata dal professor Pierluigi Viale, Direttore dell'Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi.

«Quando abbiamo progettato lo studio spiega il professor Andrea Stella, già Ordinario di Chirurgia Vascolare all'Università di Bologna erano tre i motivi per impiegare enoxaparina nel Covid-19: la sua azione anticoagulante, l'azione antinfiammatoria e di protezione dell'endotelio, le teoriche capacità antivirali che alcune ricerche cinesi sembravano evidenziare. Nel corso della pandemia sono state pubblicate molte indagini sull'impiego di questo farmaco contro il SARS-CoV-2 ma quasi tutte si erano concentrate su pazienti critici. Al contrario, la nostra sperimentazione è stata condotta su soggetti ricoverati in stadio precoce, moderato-severo, quando la complicanza trombotica non si era ancora sviluppata».

I risultati preliminari dello studio, presentati di recente al Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, sono stati giudicati assai incoraggianti: hanno rivelato che l'impiego dell'anticoagulante a una dose maggiore rispetto a quella di profilassi è sicuro ed efficace nel promuovere un decorso più favorevole della malattia. In particolare, la somministrazione precoce di enoxaparina a un dosaggio tra 60 e 100 mg, a seconda del peso corporeo, può abbreviare la durata dell'ospedalizzazione di oltre il 20 per cento rispetto alla dose di profilassi, migliorando i sintomi in più del 65 per cento dei casi.

Le evidenze

emerse dalla ricerca forniscono la base scientifica per promuovere in futuro uno studio randomizzato su grandi numeri, allo scopo di verificare ulteriormente le potenzialità di enoxaparina nel contrare l'infezione da Covid.

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