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Anche Speranza vuole il nuovo Ulivo: l'accozzaglia di partiti "per battere la destra"

Il ministro della Salute chiama a raccolta il centrosinistra ma scarica il barile a Letta: "Tocca al Pd, deve essere il perno fondamentale dell'alternativa alla destra"

Anche Speranza vuole il nuovo Ulivo: l'accozzaglia di partiti "per battere la destra"

A sinistra si divertono a giocare con le parole. Aprono il vocabolario e si dilettano nella ricerca di nomi per battezzare quello che, nei fatti, rischia di essere un'accozzaglia indistinta di partiti. Campo largo, fronte progressista, nuovo Ulivo, asse allargato. Le formule sono diverse ma la sostanza è sempre la stessa. Ribadita anche da Roberto Speranza, leader di Articolo Uno: mettersi tutti insieme per cercare di battere il centrodestra. È questo il vero obiettivo dello scacchiere rosso.

Il sogno di Speranza

Il sogno del ministro della Salute coincide con quello di Enrico Letta: presentarsi alle prossime elezioni politiche con una sorta di nuovo Ulivo, un agglomerato di sigle accomunate dallo spauracchio di una vittoria della coalizione di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega. "Il nuovo Ulivo può funzionare solo se è trainato da un soggetto centrale", è la convinzione di Speranza. Che ha invitato il Partito democratico a prendere iniziativa, investendolo di un ruolo di primaria importanza.

Per il leader di Articolo Uno, intervistato da La Stampa, tocca proprio al Pd e a Letta "metterci tutto il coraggio e la forza che serve". Il che vuol dire dare vita una proposta politica "unica col Pd che si candidi a essere la prima forza politica del Paese e sia il perno fondamentale dell’alternativa alla destra". Il consiglio di Speranza al Partito democratico riguarda il fatto di avere "il coraggio di andare oltre ciò che già c'è". E Articolo Uno ha dato la disponibilità ad aderire al progetto.

Il rapporto con il M5S

Nonostante il Movimento 5 Stelle abbia subito una grande scissione, per Speranza l'asse con i grillini va assolutamente salvaguardato: "Dobbiamo continuare a lavorare sull'alleanza col Movimento e gli altri interlocutori". Eppure Giuseppe Conte sta preparando il faccia a faccia con Draghi, al termine del quale si valuterà se restare o meno al governo. Speranza però, sottolineando le parole di Draghi, ha lanciato un avvertimento: "La presenza dei 5 Stelle è fondamentale. Senza, il governo non va avanti. Io e Letta la pensiamo come lui".

L'uscita del M5S dall'esecutivo non solo comporterebbe la fine anticipata della legislatura, ma probabilmente sarebbe la pietra tombale sul fronte giallorosso e sul campo largo. Magari per inseguire la linea di Alessandro Di Battista. Il Partito democratico non potrebbe digerire uno strappo del genere in un momento così delicato. Uno scenario che Speranza non vuole immaginare: "Sarebbe un arretramento rispetto ai passi avanti che hanno fatto in questi anni e di cui lo stesso Conte è un simbolo".

Come scritto da Michel Dessì su ilGiornale in edicola oggi, lo staff della comunicazione è al lavoro: una nota riservatissima sarebbe pronta a trasformarsi nell'addio (o in ultimatum) al governo qualora l'incontro con il presidente del Consiglio non dovesse andare per il verso giusto. Conte si muove tra diversi fuochi: il pressing della base per uscire dalla maggioranza, la stabilità del Paese, la necessità di salvaguardare l'alleanza con il Pd.

In gioco c'è la sopravvivenza politica del Movimento che però, in caso di gesti avventati, potrebbe essere scaricato dagli alleati.

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