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Ancora un no all'extradeficit. Per Franco sarebbe nocivo

"La nostra politica di bilancio cerca di essere il più espansiva possibile", e "se guardiamo alle misure per gestire i costi dell'aumento di energia", l'Italia in rapporto al Pil ha stanziato "più di Francia e Germania"

Ancora un no all'extradeficit. Per Franco sarebbe nocivo

«La nostra politica di bilancio cerca di essere il più espansiva possibile», e «se guardiamo alle misure per gestire i costi dell'aumento di energia», l'Italia in rapporto al Pil ha stanziato «più di Francia e Germania». Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, in audizione sul Def presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato ha così ribadito una volta in più ce o scostamento di bilancio, per il momento, non è necessario. «Abbiamo chiuso il 2021 bene, meglio di quanto era atteso» e, visto questo andamento, c'è «uno spazio che può essere utilizzato per interventi di politica economica» pari a 0,5 punti percentuali per quest'anno, che «equivale a 10,5 miliardi». Il decreto contro il caro-bollette arriverà «in tempi brevi» e «dovrebbe intervenire, di nuovo, sulla questione dei prezzi dell'energia e dei carburanti».

Il quadro economico, ha sottolineato il ministro, «è molto incerto, con forti rischi». Ecco perché è «importante che la gestione di questa crisi, che deve essere il più incisiva possibile, non porti a soluzioni che che poi ci facciano crescere meno negli anni dopo» visto che il problema del nostro Paese da oltre un quarto di secolo «è la carenza di crescita».

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha invece messo in evidenza la necessità di un cambio di passo della politica economica. «Serve una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura», ha avvertito nel corso dell'audizione ricordando che «un'eventuale soluzione ravvicinata del conflitto avrebbe l'effetto di attenuare gli impatti ma non di azzerarli ed è per questo che continuiamo a ritenere insufficiente l'approccio di brevissimo periodo sinora seguito dal governo».

Confindustria, a differenza dei sindacati e di alcune forze politiche, non spinge per lo scostamento di bilancio rilevando che «nel Def le entrate tributarie passeranno da 527 a 548 miliardi» e che i contributi sociali aumenteranno di 17 miliardi. Quindi, ha puntualizzato Bonomi, «riteniamo che ci siano le risorse per quegli interventi di cui pensiamo ci sia bisogno». In particolare il taglio del cuneo fiscale.

«Per fare interventi di una certa importanza, avevamo stimato una cifra tra i 16 e i 18 miliardi», ha concluso.

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