
La frequentazione (anche) della taverna-cantina di casa Poggi e la smentita del presunto svenimento di Andrea Sempio durante un vecchio interrogatorio. La difesa dell'indagato per l'omicidio di Chiara Poggi risponde colpo su colpo alle nuove ipotesi dell'accusa, rilanciate dai media.
Sempio, spiega l'avvocato Angela Taccia, difensore con il collega Massimo Lovati, «ha frequentato ogni angolo della casa, tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e di Marco», comprese, dunque, la taverna e le scale in fondo alle quali venne trovato il corpo della ragazza uccisa e dove, sulla parete destra, è stata repertata l'impronta del palmo di una mano, attribuita appunto da una nuova consulenza disposta dai pm di Pavia al 37enne. Taccia sottolinea poi che «quella della Procura è una mera consulenza tecnica di parte, non una perizia». Vale a dire che «è solo ciò che dice una parte, senza averlo verificato in contraddittorio». Ancora: «Chi vivrà, vedrà».
Il legale aggiunge a Rai1: «È una consulenza di parte, andrà verificato il tutto. Adesso lavoreremo con calma e lucidamente e capiremo il da farsi». Ieri Taccia ha ritirato in Procura a Pavia le 80 pagine della copia della consulenza. «Andrea aveva già dichiarato a tutti, anche ai media, di aver frequentato ogni locale della casa della famiglia Poggi, tranne la camera matrimoniale dei genitori di Marco e Chiara». E sulle presunte confessioni scritte da Sempio e trovate nei rifiuti: «A me non risultano proprio, risultano dai media e per i media suo papà era già morto un anno fa. Attenzione a quello che si sente, bisogna vedere gli atti e con calma e lucidità capire cosa c'è effettivamente e lavorarci sopra».
Poi c'è il «caso» dello svenimento durante un interrogatorio dei carabinieri nel 2008, che agli avvocati di Sempio non risulta. «Non ci risulta - ha chiarito ancora Taccia - e poi quello non è un alibi. Hanno chiesto uno scontrino e lui gliel'ha fornito». L'avvocato ha fatto inoltre una precisazione sulle indiscrezioni di stampa circolate riguardo al malore della madre dell'indagato durante la sua audizione come testimone ad aprile. «La madre di Sempio era già stata male prima con la crisi di panico, non quando ha sentito il nome di quella persona», ha spiegato alludendo alle indiscrezioni che hanno collegato il malore della donna ai riferimenti degli inquirenti a un suo amico. «Io dentro non c'ero, la mano sul fuoco non posso metterla, ma è tutto videoregistrato. Non è vero che ha sentito quel nome ed è svenuta, non è andata così».
Infine: «Se volete saperlo, durante la perquisizione, l'ultima eseguita a casa dei genitori di Sempio, è stato trovato un altro scontrino di marzo 2020, quindi il collega Lovati, giustamente un po' scherzando, perché a questo punto non c'è più limite a niente, ha detto andremo a verificare se c'è stato un altro omicidio quel giorno lì.... La famiglia Sempio tiene tutto».