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«Annullate il voto di Briatore» Scontro sulle schede estere

Il Comitato per il No denuncia le foto del manager e altri vip ai seggi: sono fuorilegge. E prepara un esposto

V iolata la segretezza del voto referendario: va annullato. Tutta colpa di Flavio Briatore che si è fatto scattare una foto sorridente mentre apponeva una vistosa croce sul Sì, divulgandola poi sui social. Nel clima infuocato che precede la consultazione popolare il gesto di Briatore ha gettato benzina sul fuoco scatenando l'ira del Comitato per il No che ha chiesto l'annullamento di tutti i voti resi pubblici perché «con il venir meno della segretezza si può configurare il reato di voto di scambio». Non solo. Il Comitato si riserva «di presentare un esposto per l'eventuale avvio di un'azione penale, per la repressione di un simile comportamento». Briatore è in nutrita compagnia: non è il solo residente all'estero ad aver reso pubblica la propria scelta per il referendum costituzionale che in Italia si terrà il 4 dicembre, nella lettera vengono citati Laura Serra e Mauro Prini. Se a questo si aggiunge l'altissima probabilità di brogli che grava sui voti provenienti dall'estero, come dimostra quanto accaduto in passato, non c'è da stupirsi se il vicepresidente del Comitato per il No, Alfiero Grandi, ha deciso di inviare una lettera aperta al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, esortandolo sia a vigilare sulla corretta procedura del voto sia ad annullare il voto di coloro che lo hanno reso pubblico con tanto di documentazione fotografica. Prima di tutto Grandi ricorda che nelle elezioni politiche del 2008 emerse un «preoccupante fenomeno di falsificazione delle schede per il voto estero». Falsificazione fin troppo facile perché basta «l'invio della scheda e della documentazione di corredo, falsificata, via posta». Non solo visto che non si vota «in una cabina chiusa ma al proprio domicilio» non è minimamente garantita neppure la segretezza.

Quindi si invita il governo a vigilare ed a fornire dati certi in modo che si possa poi confrontarli. Il Comitato per il No vuole tutte le cifre per incrociare i dati: il numero delle schede stampate, di quelle inviate per posta o corriere, di quelle usate per sostituire le smarrite, di quelle tornate indietro per mittente sconosciuto e, infine, soprattutto il numero dei plichi inviati in Italia e considerati validi ai fini del voto. Non solo. I sostenitori del No vogliono essere certi che tutte le schede non utilizzate siano distrutte e dunque chiedono che i singoli consolati siano in grado di produrre una certificazione dell'avvenuta distruzione. Altrimenti si potrebbe pensare che quelle schede vengano usate impropriamente non dal legittimo «proprietario» ma da altri. Il fatto ritenuto «più grave» però è quello della pubblicizzazione del voto. «Alcuni elettori italiani all'estero - scrive il Comitato al ministro Gentiloni - hanno postato su Internet foto che li ritraggono durante il voto rendendo evidente la loro scelta. Questo fa venir meno la segretezza del voto». La documentazione fotografica, fanno notare, è più grave di una semplice dichiarazione come quella rilasciata per il Sì da Roberto Benigni o dai tenori de Il Volo e Roberto Bolle. Ma nel caso di Briatore è mostrata proprio la foto della scheda.

Quindi si chiede «di inviare una disposizioni per annullare questi voti, anche per sconsigliare in futuro un simile comportamento». Il termine per la consegna del voto ai consolati scade oggi. Le schede saranno inviate presso la Corte di Appello di Roma all'ufficio circoscrizione Estero. In ballo oltre 4 milioni di voti.

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