Accoltellata nel cuore della notte da un vicino di casa. È morta così Lauretta Toffoli, 74 anni, massacrata nel suo appartamento in via della Valle, nel quartiere San Rocco a Udine.
Il cadavere della donna, che viveva sola in un'abitazione al secondo piano del condominio Ater dal 2010, giaceva a terra quando il figlio Manuel ieri all'ora di pranzo l'ha trovata. L'uomo ha lanciato subito l'allarme e sono intervenuti il padre, Paolo Mason, i sanitari del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia di Stato. Lauretta, originaria di Gruaro, aveva diverse ferite di arma da taglio ed era seminuda. Una scia di sangue partiva dall'ingresso, passando per il salotto fino a raggiungere la stanza del figlio, dove la polizia ha rinvenuto la donna esanime. Segni evidenti che la vittima abbia tentato con tutte le forze di difendersi, prima di morire.
Dalle stanze messe sotto sopra mancavano diversi oggetti personali e televisori. Particolari che hanno fatto subito capire agli agenti, coordinati dal pm di turno, Claudia Finocchiaro, che l'anziana probabilmente era stata uccisa in un tentativo di rapina o furto finito male. O per lo meno qualcuno voleva simulare questo. È certo invece che il delitto si è consumato tra l'una e le due di sabato. Ma sulla porta dell'appartamento non c'erano segni di effrazione. Per Mason sarebbe stata proprio Lauretta a far entrare in casa l'assassino. «Una persona conosciuta perché altrimenti lei non avrebbe aperto a quell'ora della notte, facendosi trovare svestita in quel modo» aveva dichiarato subito la tragica scoperta il compagno, che con lei aveva condiviso trent'anni di vita.
E il cerchio si è chiuso ieri, quando la polizia ha fermato Vincenzo Paglialonga, 41 anni, di origini pugliesi ma residente da una ventina d'anni a Udine. L'uomo abita al piano sotto a quello di Lauretta e poco prima di mezzogiorno è stato arrestato dai poliziotti delle volanti per evasione dagli arresti domiciliari ai quali era ristretto nel proprio appartamento. In tarda serata è stato sottoposto ad interrogatorio alla presenza del difensore di fiducia, l'avvocato Piergiorgio Bertoli, e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma la polizia è certa che sia lui l'assassino della 74enne.
Paglialonga fino al giorno prima era in carcere a Pordenone. Nei suoi confronti ci sono consistenti indizi di colpevolezza anche se non è ancora chiaro il movente dell'omicidio. Più di una volta, secondo i residenti del palazzo Ater, si sarebbe reso protagonista di episodi di violenza, minacce e scatti d'ira nei confronti dei vicini, che erano stati costretti a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Le liti e le discussioni erano cresciute divenendo una costante poi tra dicembre e gennaio quando sarebbe arrivato a minacciare gli altri residenti della palazzina brandendo armi da taglio. Così era finito ai domiciliari proprio nell'edificio dove tutti lo temevano ed evitavano.
Ancora non si sa cosa lo abbia spinto a uccidere Lauretta. L'anziana, purtroppo, non aveva avuto vita facile negli ultimi anni.
Nel novembre 2019 era stata aggredita dal figlio, che l'aveva accoltellata all'addome. L'uomo aveva poi chiamato il 112 ed era stato immediatamente arrestato con l'accusa di tentato omicidio. L'anno successivo era stato assolto perché incapace di intendere e di volere e la mamma lo aveva perdonato.
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