«Situazione complicata», a dir poco. Dopo due giorni di flop nelle prenotazioni vaccinali, la Regione pare pietrificata. Ma in realtà l'apparente silenzio di Palazzo Lombardia - squarciato solo dalla vicepresidente Letizia Moratti - svela un forte imbarazzo, e nasconde un lavorio sotterraneo. Le prossime mosse, infatti, si presentano difficoltose come non mai, anche per il clima teso, in cui non mancano veti reciproci e sospetti su chi potrebbe avere interesse a «remare contro».
I gravi disguidi del portale gestito da Aria, l'Azienda regionale per l'innovazione e gli acquisti, non li nega più nessuno. Perfino un'azienda sanitaria territoriale ha parlato di «malfunzionamento della centrale regionale». E di soluzioni concrete già si sta ragionando da giorni. Non solo un nuovo portale gestito da «Poste», ma anche il possibile affidamento provvisorio delle prenotazioni alle Ats, che si sono mostrate reattive nel tamponare le défaillances di questi giorni. Al di là delle soluzioni pratiche, però, il problema è il punto di caduta politico di questo caos.
L'opposizione ha buon gioco nell'attaccare l'intera giunta, a partire dal presidente. E se prima i toni barricaderi erano prerogativa esclusiva di un paio di oltranzisti del Pd che da marzo non fanno altro che invocare improbabili commissari, ora il livello delle ostilità si è alzato, tanto che lo stesso sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha ammesso che «non è possibile che una piattaforma dedicata alla vaccinazione non abbia funzionato, considerato che ci sono mesi di lavoro dietro». Pd e 5 Stelle puntano al bersaglio grosso.
Sabato sera, dopo un giorno di passione interamente speso nel tentativo - poi riuscito - di evitare lo spreco anche solo di una dose di vaccino, intorno alle 21 l'assessore al Welfare Letizia Moratti è intervenuta. E non si è limitata alle scuse. Ha parlato di una «inadeguatezza» «inaccettabile» di Aria Lombardia. Il disappunto forte della Sanità, e non solo, deriva dalla convinzione che la campagna sia stata messa a punto a dovere. Il rammarico, insomma, è che questi ripetuti «ko tecnici» vanifichino il lavoro di operatori e volontari, compresi quelli encomiabili della Protezione civile.
Per qualcuno, un intervento così deciso della vicepresidente svela l'intenzione di segnalare responsabilità altrui. Altri notano come la ex sindaco di Milano sia in carica ormai da oltre due mesi. Ma d'altra parte Moratti ha cambiato il direttore generale del suo assessorato e ha affidato la campagna a un «top player» come Guido Bertolaso. E, in effetti, «Aria» compete ad altri «pezzi» della macchina regionale, più coinvolti come deleghe.
Lo stesso Matteo Salvini, ieri, ha candidamente ammesso che «se qualcosa non funziona si cambia». Ma cosa sia questo «qualcosa» non è così scontato. La questione è delicata, perché stavolta non c'è nessuno che possa chiamarsi fuori, visto che l'idea di Aria è della Lega ma i vertici fanno riferimento solo in parte al Carroccio. E, nello stesso tempo, il jolly del rimpasto è già stato giocato. Un vertice dovrebbe tenersi già oggi. Possibili scintille.
Ieri si è fatta notare la dichiarazione di Ignazio La Russa, che in generale ha lamentato lo scarso coinvolgimento del suo partito, Fdi: «Non c`è una decisione - ha detto al Giornale - cui siamo stati chiamati a partecipare. Mi astengo dal dare giudizi come si sono astenuti dal coinvolgerci». Ma al Pirellone qualcuno obietta che se un partito in politica non conta, non può dare la colpa agli altri.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.