Cronache

Aria di Marte

Mistero sul pianeta rosso: scoperto ossigeno nell'atmosfera, ma non si sa cosa lo produca

Aria di Marte

Non finisce di sorprenderci Marte, il pianeta rosso, quanto di più simile alla Terra surfi nel sistema solare. I nostri vicini di pianerottolo galattico sono sempre stati considerati loro, i «marziani», ipotetici abitanti dell'unico pianeta che possiamo immaginare di raggiungere e visitare a parte il nostro piccolo satellite lunare, su cui abbiamo già fatto qualche capatina trovandolo però piuttosto scadente sul piano delle attrattive.

Marte invece è un'altra cosa, un vero pianeta quasi alla nostra portate, del quale ogni tanto scopriamo qualcosa che ce lo rende ancora più vicino. L'ultima novità del «Corriere Marziano» è che il pianeta rosso respira. Nel senso che in qualche modo ancora tutto da spiegare produce una piccola quantità di ossigeno che poi riassorbe. È stato il laboratorio marziano della Nasa Curiosity, misurando i cambiamenti stagionali dei gas che riempiono lo spazio sopra la superficie del cratere Gale, ad «annusare» per la prima volta dell'ossigeno, quel magico elemento chimico che qui da noi, nel grande condominio terreste, consente agli uomini e ad altre forme di vita di respirare. E questa scoperta naturalmente aumenta le possibilità che un giorno possiamo colonizzare.

Chi a causa dell'ossigeno ha rischiato di perdere i sensi, invece, è Sushil Atreya, professoressa di Scienze climatiche e spaziali dell'Università del Michigan ad Ann Arbour e una dell'autrici dello studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research Planets: «La prima volta che l'abbiamo visto è stato strabiliante», ricorda. Il Sam (Sample Analysis at Mars) nel corso delle analisi dell'aria svolte nel corso di tre anni marziani, che corrispondono a quasi sei dei nostri annetti, visto che ogni anno lassù conta 687 giorni, ha concluso che il 95 per cento dell'atmosfera marziana in superficie è composto da anidride carbonica (CO2), il 2,6 per cento da azoto molecolare (N2), l'1,9 per cento da argon (Ar), lo 0,16 per cento da ossigeno molecolare (O2) e lo 0,06 da monossido di carbonio (CO).

L'ossigeno marziano si comporta in modo piuttosto imprevedibile, aumentando del 30 per cento soltanto durante la primavera e l'estate. Uno schema che ha spinto gli scienziati a ipotizzare che qualcosa lo producesse e poi lo portasse via. Ma ancora non si capisce chi sia questo «creatore» di O2. «Stiamo lavorando per spiegarlo. Non deve avere a che fare con la dinamica atmosferica. Deve essere una fonte chimica e un pozzo che non possiamo ancora spiegare», spiega Melissa Trainer, scienziata presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, che guida la ricerca.

L'ossigeno su Marte potrebbe essere prodotto da una fonte biologica per esempio i microbi) sia più probabilmente abioticamente (dalla chimica relativa all'acqua e alle rocce).

Una traccia possibile è data dall'apparente partnership che sembra esserci tra l'ossigeno e il metano scoperto recentemente all'interno del cratere Gale pur se in quantità infinitesimali (0,00000004 per cento in media). L'ossigeno presente su Marte nella misura «snasata» dalla Nasa è del tutto insufficiente per una eventuale vita umana, ma lascia aperta la possibilità di trovarne in futuro una fonte che potrebbe cambiare le carte in tavola, consentendo di rendere davvero Marte una succursale della Terra,

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