Guerra in Ucraina

Armi e ricostruzione al centro del vertice. Roma città blindata con cecchini e droni

L'appuntamento chiave in Vaticano. L'assenza di Salvini e l'intervista da Vespa

Armi e ricostruzione al centro del vertice. Roma città blindata con cecchini e droni

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E andiamo. Se davvero tutte le strade passano per Roma, si sarà detto Volodymyr Zelensky, allora vale la pena farci un salto, hai visto mai. Mattarella, Meloni, Tajani, Salvini no perché si è sfilato, Vespa si, non poteva mancare, del resto lo aveva invitato pure al Festival di Sanremo. Questo il programma del sabato italiano, ma l'appuntamento chiave sarà in Vaticano. Tra Bergoglio e il presidente ucraino c'è stata qualche incomprensione, più per questioni di ruolo che di sostanza, ora però è l'occasione giusta per capire se la Santa Sede può avere una parte nella soluzione della crisi. Un piano di pace del Vaticano, spiegano Oltretevere, ufficialmente «non esiste» e da Kiev confermano che un'iniziativa del genere non risulta, tuttavia Zelensky si è convinto che, a questo punto della guerra, dal Papa è meglio andarci che non andarci: l'ultimo incontro tra i due risale all'otto febbraio 2020, ben prima dell'invasione russa.

Vedremo se dal faccia a faccia con Francesco, nel giorno della Madonna di Fatima, si accenderà una scintilla per la trattativa, intanto la trasferta lampo del presidente dell'Ucraina, che interrompe il viaggio in Germania per venire a Roma, registra un chiaro successo diplomatico dell'Italia, che fin dall'inizio si è schierata a fianco di Kiev. Aiuti umanitari, armi, le parole nette di sostegno di Sergio Mattarella a nome di tutto il Paese, ripetute appena giovedì da Oslo. «Dobbiamo contrastare l'aggressività di Mosca, senza distoglierci dalla ricerca di un approdo di pace». Il programma della visita è ancora coperto per motivi di sicurezza, i dettagli sono segreti, ma a quanto si capisce i colloqui al Quirinale dovrebbero svolgersi in tarda mattinata.

E la staffetta al governo tra Mario Draghi e Giorgia Meloni non ha provocato un cambio di linea. A Palazzo Chigi Zelensky vedrà la premier e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Temi dell'incontro, armamenti e ricostruzione post bellica. In attesa del sistema di difesa aerea Samp-t, si parlerà forse di spedire altri caccia. Il protocollo prevede mezz'ora faccia a faccia, poi il vertice sarà allargato alle delegazioni.

Non ci sarà invece l'altro vice presidente, Matteo Salvini, da sempre più tiepido. Polemiche. Accuse di filorussismo. Lui si difende così: «Non partecipo perché sono ministro delle Infrastrutture. Sono disponibile per aiutare le imprese italiane per la ricostruzione. Spero soltanto che questa visita sia utile e che questa maledetta guerra finisca presto». Ecco. «Mi auguro che con il Santo Padre, con Mattarella e con la Meloni si parli pure di pace, perché oltre alla ovvia tutela del popolo ucraino si individui anche una via di uscita dal conflitto».

Sarà comunque un viaggio flash. La scaletta è avvolta nel mistero, le fonti ufficiali non confermano nemmeno l'arrivo di Zelensky, che atterrerà non si sa bene a che ora in un aeroporto non precisato del Lazio e, secondo il cerimoniale, verrà accolto sulla pista da Tajani: e siccome si tratta di una visita ufficiale, il ministero degli Esteri lo accompagnerà al Quirinale da Mattarella. Il presidente ucraino resterà a Roma solo poche ore: nel pomeriggio è infatti atteso a Berlino da Olaf Scholz.

La prima tappa quindi sul Colle, poi il pranzo leggero a Palazzo Chigi, infine l'udienza dal Papa. Nelle pieghe del suo salto in Italia, registrerà l'intervista con Bruno Vespa per Porta a Porta. E, come informa la questura, troverà una città blindata. Bonifiche con i cani, artificieri nei «luoghi sensibili», controlli nel sottosuolo, ispezioni delle reti fognarie. Sorvegliato il Tevere, con lo schieramento della polizia fluviale. Pattugliati i parchi e le ville, con i reparti a cavallo. Vigilanza totale pure sul cielo: elicotteri, proibizione al volo dei droni, no fly zone completa. Cecchini sui tetti. Setacci nelle stazioni e nelle fermate della metropolitana. Fin dalla prima mattina, nell'area del Viminale riservata ai grandi eventi, una speciale task force coordinerà i servizi di prevenzione e sicurezza.

Misure «eccezionali».

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