Mai come in questo momento la Nato spera che l'Ucraina possa tornare a essere l'armata MacGyver dei primi mesi di guerra. Come il personaggio della famosissima serie tv, le truppe del comandante Zaluzhnyi si erano distinte nell'arte di arrangiarsi contro l'orso russo. Poi sono arrivate le armi dall'Occidente, che hanno consentito a Kiev di fare il salto di qualità e lanciare a settembre una rilevante controffensiva. Oggi però la situazione torna a essere critica, perché due terzi dei Paesi della Nato hanno esaurito il loro potenziale per le forniture di armamenti a Zelensky. La notizia, pubblicata dal New York Times, arriva da un alto funzionario del palazzo di Boulevard Leopold III che chiede di rimanere nell'anonimato. Le scorte di 20 dei 30 componenti dell'Alleanza Atlantica sarebbero in via di esaurimento. «Ci sono però 10 Paesi che possono ancora fornire di più, soprattutto gli alleati più grandi, come l'Italia, la Francia, la Germania e l'Olanda», rivela la fonte. Polonia e Paesi Baltici invece si sarebbero così esposti da non avere più strumenti difensivi in caso di un'invasione.
Nel complesso i Paesi della Nato hanno trasferito all'Ucraina armamenti per un valore di 40 miliardi di dollari, pari al bilancio annuale della difesa francese. Anche gli Stati Uniti lamentano scorte limitate, e Washington non è disposta a deviare armi chiave da regioni critiche come Taiwan e Corea, dove Cina e Corea del Nord stanno costantemente testando i limiti. «Un giorno in Ucraina corrisponde a un mese o più in Afghanistan - spiega Camille Grand, ex segretario generale della Nato per gli investimenti nella difesa - la scorsa estate nella regione del Donbass gli ucraini hanno sparato quasi 7mila colpi di artiglieria al giorno, gli Stati Uniti ne producono solo 15mila al mese».
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha avvertito l'alleanza, e in particolare, la Germania, che le linee guida circa il mantenimento delle scorte non dovrebbero diventare un pretesto per limitare le esportazioni verso l'Ucraina. È altrettanto vero che Germania e Francia, come gli Stati Uniti, vogliono calibrare le armi che l'Ucraina ottiene, per prevenire un'escalation russa.
I problemi però riguarderebbero anche il funzionamento e la manutenzione delle armi. Secondo il NyT, i pezzi di artiglieria forniti dagli Stati Uniti e dai suoi alleati si rompono e si danneggiano in continuazione e vengono inviati in Polonia per la manutenzione e riparazione. L'Ucraina tuttavia vorrebb che le officine non si trovassero in Polonia, ma più a ridosso delle zone di conflitto. Il ministro della difesa Reznikov aveva individuato l'oblast di Volinia, ma per gli strateghi americani, tra i quali il generale Mark Milley (una delle menti della controffensiva di settembre), l'area risulterebbe troppo vulnerabile perché a due passi dalla Bielorussia.
Da questa situazione si smarca la Gran Bretagna. Il ministero della Difesa di Londra ha addirittura pubblicato ieri un video su Twitter che mostra l'invio di missili Brimstone 2 per armare le forze di Kiev. Sono razzi a guida di precisione originariamente progettati per attacchi aria-terra. «Noi ci siamo», sembra quasi voler dire il ministro della Difesa Ben Wallace.
L'approvvigionamento è un grattacapo anche per Mosca. Le truppe russe, soprattutto nelle ultime settimane, stanno centellinando i colpi di artiglieria. Parte di quelli a disposizione sono di vecchia fabbricazione e quindi poco affidabili.
Mosca ha iniziato ad adoperare perfino dei vetusti AS-15 Kent da crociera, progettati solo per contesti nucleari, privi però delle testate. Putin ha dato ordine di aumentare la produzione militare, e al tempo stesso continua ad acquistare missili dalla Corea del Nord e droni dall'Iran.
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