Arrestata pirata tedesca distratta dal cellulare. "Poi ha inveito sui corpi"

La 31enne in cella: ha ucciso 3 persone e non mostra pentimento. Già fermata a Bolzano

Arrestata pirata tedesca distratta dal cellulare. "Poi ha inveito sui corpi"
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Quando è scesa dalla sua Audi nera come un furia dopo aver falciato uno, due, tre persone che camminavano sul marciapiede, ha preso a inveire contro quei corpi inanimati e incolpevoli. Tremava, ma di rabbia e non certo di pentimento. Sentimento che le sembrava estraneo, se è per questo, anche quando, qualche ora dopo, è stata ascoltata dai carabinieri.

Angelina Hutter, 31 anni, tedesca di Deggendorf in Baviera, è ora nel carcere femminile di Venezia per triplice omicidio stradale. Ha travolto nel pomeriggio di giovedì cinque persone di uno stesso nucleo familiare, con la sua auto di targa tedesca lanciata pare a 160 chilometri all'ora sulla strada regionale 355 che da Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, porta a Sappada. Le vittime stavano camminando in fila indiana sullo stretto marciapiede e appartenevano allo stesso nucleo familiare di Favaro Veneto, una delle sei municipalità del comune di Venezia, vicino all'aeroporto di Tessera: sono morti Mattia Antoniello di 2 anni, suo papà Marco di 48, falegname a Dese, e la nonna materna Mariagrazia Zuin di 65, ex dipendente dell'Uls 3 Serenissima. Ferita in modo grava ma non in pericolo di vita Elena Potente, 42 anni, moglie di Marco Antoniello e mamma di Mattia. In stato di shock ma dimesso dopo poche ore Lucio Potente, 67 anni, nonno di Mattia, un personaggio molto conosciuto nel mondo del calcio dilettantistico veneto, che ha avuto la fortuna di essere solo sfiorato dall'auto e la sfortuna probabilmente maggiore di sopravvivere a una simile rovina. Salvo il fratello di Mattia che in quel momento era in bicicletta a qualche metro dal gruppo.

La tedesca è stata sottoposta ai test tossicologico e alcolimetrico, che hanno sato esito negativo. L'ipotesi più probabile è che l'incidente sia avvenuto perché la donna era distratta dall'uso del telefonino, probabilmente per scrivere o leggere un messaggio. Per questo gli inquirenti hanno sequestrato il cellulare della donna e l'analisi dei tabulati telefonici potrà dire se la donna in quel momento, alle 15,35 di giovedì, fosse al telefono. L'assenza di qualsiasi frenata sul posto fa infatti pensare a una totale distrazione. E del resto diversi testimoni hanno raccontato di quell'Audi, di quel proiettile impazzito lanciato su quella strada inadatta auna velocità da autostrada, forse anche più veloce. L'impatto è stato tale che i tre corpi sono stati trovati a una trentina di metri dal punto dell'impatto, i due adulti morti sul colpo e il piccolo - che si trovava sul passeggino spinto dalla mamma - vivo ma in condizioni disperate e destinato a spirare a breve. L'interrogatorio della guidatrice, è avvenuto davanti a un interprete e non sono emersi elementi utili, se non l'incapacità della donna a rendersi conto di che cosa avesse provocato.

Il profilo che sta emergendo della Hutter è quello di una donna a dir poco problematica, forse una sbandata. Di sicuro una persona che stava girando l'Italia in un drammatico Grand Tour senza apparente scopo se non quello di cercare grane. La bavarese era stata fermata e denunciata appena qualche giorno fa a Bolzano perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere.

L'assessore alla mobilità del comune di Venezia, Renato Boraso, invoca misure drastiche contro chi non sa smettere di guardare il cellulare anche al volante. «Quando si guida - dice - non solo non si deve usare il cellulare ma va tenuto spento.

Lunedì mi incontrerò con un parlamentare per portare il caso di Santo Stefano di Cadore in Parlamento e fare in modo che le regole stradali diventino più stringenti». «Oggi per la città di Venezia, in particolare per la comunità di Favaro Veneto, è una giornata triste», piange il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

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